Report Allianz Trade 2023 sull’economia: i tassi di interesse pesano sugli investimenti, bene l’export ma c’è rischio insolvenza

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Allianz Trade, il leader mondiale dell’assicurazione crediti, ha presentato il suo studio sullo stato di salute delle imprese italiane, nel quale si evidenzia come il rialzo dei tassi inizi a pesare sull’economia reale.

All’interno di un contesto globale estremamente complesso, l’Italia nei primi tre mesi del 2023 ha registrato una crescita al di sopra delle aspettative: il Pil italiano è cresciuto più degli altri principali Paesi dell’Eurozona (+0.6% contro lo 0.1% dell’Eurozona); i consumi privati sono ritornati a crescere e hanno contribuito per lo 0.3%, mentre gli investimenti, ancora resilienti, hanno contribuito per lo 0.2%. L’inflazione ha da poco intrapreso un percorso di decelerazione, invertendo ad aprile la tendenza e tornando a calare a maggio (a 7.6% da 8.2% in aprile), principalmente trainata dal calo dei prezzi dei beni energetici. In considerazione di uno scenario ancora molto incerto, il PIL italiano nel 2023 è atteso vicino al +1%.

Le condizioni finanziarie più restrittive stanno avendo un impatto significativo in Italia sui consumi e sugli investimenti, dopo anni di risultati positivi. Sul fronte delle imprese, la liquidità in eccesso si è attestata nel 2022 a circa 120 miliardi di euro, ossia 10 miliardi in meno rispetto alla fine del 2021. I margini delle imprese sono migliorati notevolmente nel 2022 (+1,5%), raggiungendo il 43,1% del valore aggiunto lordo, il livello più alto dal 2018, e fornendo così un cuscinetto importante contro l'impatto dell'aumento dei tassi sui prestiti bancari. Al contempo, anche la liquidità delle famiglie è in diminuzione, con un tasso di risparmio sceso al minimo storico del 7,3% del reddito disponibile a fine 2022 (al di sotto della media storica del 12,7%) per compensare la perdita di potere d'acquisto.

Per quanto riguarda l’Export, Allianz Trade ha analizzato il sentiment di 3.000 imprese in sette Paesi tra cui l’Italia. Circa il 70% delle aziende si aspetta un aumento del fatturato generato dalle esportazioni nel 2023, rispetto al quasi 80% nel sondaggio dell’anno scorso e al 94% prima dell'inizio della guerra in Ucraina. Un’impresa su due prevede un moderato aumento del fatturato, compreso tra il 2% e il 5%, rispetto alla crescita a doppia cifra registrata nel 2022. Le aziende dei paesi più colpiti dalla crisi energetica, tra cui l’Italia, sono le meno ottimiste per l’onda lunga dei costi dell’energia.

Si prevede che il Made in Italy nel 2023 porterà una crescita di export addizionale in valore pari a circa 50 miliardi di euro, con il 43% proveniente principalmente da Germania, Francia, Usa, Svizzera e UK. Ma a moderare l’entusiasmo c’è il rischio insolvenza che crescerà del 21% a livello globale. In Europa, nel 2023 ci si attende un numero di insolvenze pari a 59.000 in Francia (+41% a/a), 28.500 nel Regno Unito (+16%), 17.800 in Germania (+22%) e 8.900 in Italia (+24%). Negli Stati Uniti, nel corso dello stesso anno prevediamo un aumento del 49% a causa delle condizioni di credito più restrittive e del previsto forte rallentamento economico, che implicherebbe un ritorno a oltre 20.000 insolvenze all'anno.