![<span>Photo by <a href="https://unsplash.com/@alwig64?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Alex Wigan</a> on <a href="https://unsplash.com/s/photos/agriculture-field?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a></span> Agricoltura](/sites/default/files/styles/immagine_principale/public/upload/2020/12/alex-wigan-0xO65I5N6Vw-unsplash%20%281%29.jpg?itok=ImvUN7F5)
Ridurre le emissioni inquinanti e rafforzare la competitività delle imprese favorendo il ricambio generazionale e la digitalizzazione. Sono le raccomandazioni rivolte dalla Commissione europea all’Italia riguardo alla preparazione di piani strategici nazionali per la Pac, la Politica agricola comune in fase di negoziazione a Bruxelles. Ciascuno Stato membro dell’Ue dovrà inviare il proprio piano alla Commissione entro il 2021. In quest’ottica la stessa Commissione ha pubblicato i documenti con le raccomandazioni per indirizzare i piani strategici nazionali al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo. Nelle raccomandazioni la Commissione europea ha fornito una radiografia del settore agricolo e delle zone rurali di ciascuno Stato membro, analizzando in particolar modo la situazione in rapporto agli obiettivi del Green Deal europeo, tra cui:
- la riduzione del 50% entro il 2030 dell’uso di pesticidi;
- la riduzione di almeno il 20% dell’uso di fertilizzanti;
- la riduzione del 50% delle vendite di antimicrobici utilizzati per gli animali da allevamento e nell’acquacoltura;
- il raggiungimento dell’obiettivo del 25% dei terreni agricoli destinati all’agricoltura biologica;
- accesso totale alla banda larga veloce nelle zone rurali.
Per quanto riguarda l’Italia, la Commissione dichiara che l'impiego di pesticidi è in lieve calo ma si potrebbe accelerare la tendenza formando maggiormente gli agricoltori. La copertura della banda larga nelle aree rurali è cresciuta, passando dallo 0% del 2013 al 68%d 2019; ma secondo la Commissione ci vorrà un notevole sforzo per raggiungere il 100%, obiettivo fissato dall’Ue per il 2025. Altra nota dolente del settore agricolo italiano, su cui è necessario intervenire, è la capacità amministrativa, che registra grandi differenze tra le regioni in termini di assorbimento dei fondi Ue e burocrazia; differenze che finiscono per creare disparità nella competitività delle aziende agricole, penalizzando quelle che operano nelle regioni meno organizzate.