La Corte di Cassazione con Ordinanza 21 ottobre 2014, n. 22265 ha chiarito che la "contabilità in nero", costituita da appunti personali (fogli, quaderni e cartoncini) dell'imprenditore, rappresenta un valido elemento indiziario, dotato dei requisiti di gravità, precisione e concordanza.
Secondo la Suprema Corte, infatti, tali documenti sono idonei a rappresentare la situazione patrimoniale dell'imprenditore ed il risultato economico dell'attività svolta.
Di conseguenza, detta contabilità in nero, per il suo valore probatorio, legittima di per sé, e a prescindere dalla sussistenza di qualsivoglia altro elemento, il ricorso all'accertamento induttivo.