Report del Convegno Pratiche di innovazione sociale in Sardegna

Lo scorso 16 ottobre, presso la sala congressi del Caesar’s Hotel, si è tenuto il Convegno “Pratiche di innovazione sociale in Sardegna", organizzato dallo Europe DirectRegione Sardegna in collaborazione con ilFormez PA, progetto I’M Sardegna.
L’innovazione sociale si configura come elemento cruciale per affrontare le sfide poste dalla condizione economica che si manifesta a livello locale e nazionale. Di recente la Commissione Europea si è espressa sul tema fornendo informazioni ai paesi membri e indicando i possibili investimenti a carattere europeo in grado di favorire l’innovazione economica sociale. I paesi sono chiamati a favorire lo sviluppo dell’innovazione Sociale, sia dal punto di vista normativo che favorendo un sostegno finanziario adeguato e promuovendo iniziative pubbliche e private. 
Il convegno, realizzato in occasione della XXII edizione degli Open Day, costituisce uno degli eventi organizzati a livello locale (all’interno della settimana Europea delle Regioni e delle Città) diretti a migliorare la consapevolezza dell’ impatto delle politiche sulle città e stabilire una comunicazione efficace con i cittadini: Il convegno odierno persegue l’obiettivo di stimolare una riflessione di ampio respiro, il confronto e la creazione di reti di collaborazione fra imprese, associazioni, enti, sia pubblici che privati a livello locale e territoriale.
Franco VentroniResponsabile Europe Direct Regione Sardegna, Sportello Unico del Cittadino ha avviato lavori della mattina dando una prima definizione e interpretazione del concetto di innovazione sociale, intesa come: ”nuove idee, prodotti, modelli che soddisfano i bisogni sociali in modo più efficace di quelli già esistenti, creano nuove relazioni e collaborazioni. Si tratta di innovazioni utili per la società che accrescono la possibilità di azione per la società stessa” e sottolineato l’accezione con la quale verrà trattato l’argomento nel corso del convegno: “insieme di Interventi in grado di intercettare la creatività delle associazioni, degli imprenditori per trovare modi nuovi di rispondere a problemi e bisogni della società ai quali non riescono a far fronte le associazioni di volontario, le imprese e neppure le amministrazioni”.
Gli orientamenti europei prevedono che nel prossimo futuro, entro il 2014, la Social Innovation Europe potrà diventare il luogo virtuale di incontro reale per gli innovatori sociali i quali attraverso lo strumento virtuale potranno agire, interagire e avviare una serie di processi utili per crescere, dibattere e sviluppare nuove iniziative. 
L’Europa è ricca di esperienze micro che rischiano di rimanere isolate e quindi depotenziate. Per evitare che le innovazioni vadano perdute sarebbe auspicabile che l’Unione Europea vada ad affrontare l’innovazione sociale promuovendo una piattaforma permanente sul tema, permettendo una connessione fra persone e esperienze,sviluppando una banca di risorse sia a carattere finanziario che informativo. 
Per sfatare la convinzione diffusa che la Sardegna è fanalino di coda in termini di ideazione e realizzazione di progetti innovativi ha introdotto Costanza Cuncu, coordinatrice del Progetto Innovation Manager Sardegna I’M Sardegna (I'M Sardegna) finanziato dal Centro Regionale di Programmazione della Regione Sardegna e realizzato dal FormezPAche ha illustrato gli obiettivi del Progetto finalizzato alla creazione di 24 giovani innovatori di impresa e centrato sullo sviluppo dell’innovazione in tutte le sue sfaccettature 
In apertura di intervento ha proposto una riflessione sull’importanza della realizzazione di eventi di natura similare in tutte le Regioni di Italia nel trasmettere e propagare un’ idea di integrazione, di identità collettiva, così come ilriconoscimento della capacità di coniugare soggetti diversi per raggiungere obiettivi comuni .Tutti elementi cruciali del tema del convegno. Maggiore è questa capacità maggiori sono le ripercussioni a livello di mercato, di sviluppo economico, benessere collettivo e qualità della vita. 
Il focus del progetto è l’innovazione nel senso più ampio del termine". Da un lato la Sardegna è innovativa, ma forse non abbastanza, non a sufficienza per stare al passo di altri sistemi più innovativi e veloci. Il progetto I’M Sardegnaambisce proprio ad imprimere una spinta all’ecosistema locale nell’accelerare lo sviluppo dei processi di innovazione a 360°. Al tal fine punta sulle competenze di soggetti giovani, 24 brillanti laureati sardi, sulle associazioni di categoria che raggruppano più imprese e sul sistema delle istituzioni, quale regia del processo di innovazione. Come? Attraverso la realizzazione di un Percorso di Sviluppo di Competenze in Innovazione di Impresa finalizzato a sviluppare la cultura dell’innovazione e la realizzazione di un ciclo di eventi itineranti che declinano il tema della innovazione applicandolo a diversi contesti, da quelli più tradizionali a quelli più nuovi: agricoltura, turismo, trasporto, mondo digitale, start up.
Le azioni del progetto si sono declinate su tre principali linee di attività:
1) Stage, Work Experienze, Viaggio Studio e Project work: i giovani futuri Innovatori di impresa hanno realizzato un primo stage presso alcune associazioni di categoria, una work experience, e nei prossimi mesi, novembre e dicembre, saranno  coinvolti in un viaggio di studio e nella presentazione dei progetti di innovazione predisposti nel corso di questi mesi;
2) Ciclo di eventi di riflessione sull’innovazione: a partire dal mese di settembre sono stati realizzati diversi convegni itineranti in occasione dei quali sono stati approfonditi i diversi aspetti del tema dell’innovazione.
Su questa linea di attività si colloca l’evento realizzato il 17 ottobre a Nuoro, sull’Innovazione da un punto di vista tecnico, per capire come l’innovazione sociale vada ad impattare sul mondo delle imprese e dello sviluppo economico.
3) Comunità degli innovatori: nel corso dei mesi si è creata e consolidata la Comunità degli innovatori il cui numero è cresciuto in maniera notevole grazie anche all’utilizzo dei canali social del progetto. 
In seguito Dario Carrera, responsabile dell’Impact HubRoma ha proposto una riflessione sull’individuazione di una fra le molteplici possibilità di creare innovazione.
A parer suo, infatti, si può creare e sperimentare innovazione anche nelle metodologie adottate nella realizzazione dei convegni.
In qualità di responsabile e gestore di progetti sarebbe stimolante individuare e proporre metodologie che rendono partecipe la platea. “Spesso ciò che resta dei convegni è soltanto qualche appunto preso velocemente, una maggiore conoscenza dei progetti presentati”, sarebbe invece auspicabile generare un cambiamento di natura organizzativa. Identificare dei veicoli di costruzione di contenuti con i partecipanti all’evento, una sorta di narrativa legata al co-design, alla cogenerazione dei contenuti, sistematizzarli rispetto ad obiettivi specifici (ad esempio se si persegue un obiettivo di policy il pubblico sarà costituito da policy maker) .
La vera sfida sarà quella di rendere coerenti i bisogni con le risorse finanziarie disponibili. Si potrebbero creare dei “serbatoi di conoscenza”, delle comunità temporanee, dei piccoli network di professionisti che potrebbero partecipare attivamente ad una call pubblica, portare avanti una iniziativa che inizia a farsi strada nel territorio. Anche Bruxelles ha iniziato a trattare l’argomento.”La sfida è giocare sugli ibridi, l’ibridazione di perimetri, pratiche e persone è ciò che fa la differenza”. Il driver giuridico, profit, non profit non condiziona più l’impatto che questi interventi stanno avendo sul territorio, anche la PA può essere motore decisivo per innescare processi di Social Innovation sui territori di pertinenza. Ciò che è importante a livello locale è “avere consapevolezza di ciò che siamo a livello di territorio, dare una propria interpretazione e un significato al termine di Social Innovation, smettendo di interpretare i modelli forniti dalla narrativa”.
E’ necessario far emergere il potenziale, codificarlo e scalarlo. Obama nel 2008 identifica nella rigenerazione urbana uno dei driver del cambiamento della Social Innovation, istituendo l’Office Social Innovation all’interno della Casa Bianca e conferendogli il mandato di tradurre i voti che hanno permesso la sue elezione in istanze del territorio alle quali si è cercato di fornire delle risposte.
Il presidente della Fondazione Domus de Luna, Ugo Bressanello, ha illustrato i diversi progetti e le iniziative realizzate dall’Associazione per favorire l’integrazione sociale di giovani minori e mamme. Per la presentazione ha scelto di trasmettere alcuni video che ritraggono gli ospiti delle diverse strutture: La casa delle Stelle, La Casa del Sole, La Casa Cometa Ragazzi e Mamme, Il Giardino, Il Centro Giovani Exmè; La Locanda dei Buoni e Cattivi.
L’associazione organizza incontri ed eventi nelle scuole, nel carcere minorale, nei campi rom, nelle piazze delle città al fine di favorire l’integrazione tra i giovani, prevenire l’emarginazione sociale e reprimere le forme di bullismo.
L’associazione in numeri: 
   - 120 bambini, ragazzi e mamme con piccoli curati in comunità 
   - 47 ragazzi e mamme in percorsi di formazione e lavoro alla Locanda
   - 75 bambini e ragazzi seguono ogni giorno le attività all’Exmè 
   - 67 dipendenti e collaboratori 
   - 180 volontari
   - 3000 circa i soci e i sostenitori 
La mattina è proseguita con l’intervento di Gianfranco Fancellopresidente dell’Associazione 2050 e la presentazione di nuove forme di associazionismo e rappresentatività collettiva. 
L’associazione no profit Sardegna 2050 si è costituita il 2 febbraio 2013 a Ottana, ha coinvolto 90 Soci Fondatori e oltre 100 simpatizzanti sparsi in tutto il territorio regionale.
Sardegna 2050 raggruppa al suo interno il mondo delle professioni, delle imprese, delle cooperative del pubblico e del privato. L’obiettivo e la sfida dell’associazione è quella di collegare la macchina amministrativa, gli Enti Locali, il mondo delle professioni, le imprese e le cooperative per delineare una riflessione sul futuro della Sardegna. L’associazione si configura come un Laboratorio permanente di politiche territoriali che hanno come paradigma l’innovazione. una Start up di iniziative materiali ed immateriali che punta sullo sviluppo locale, un cantiere di idee, di progetti, di proposte che raggruppa oltre 300 soci e supporter portatori di competenze, intelligenze e esperienze diversificate .
L’obiettivo è quello di rendere la Sardegna più bella di come ce la raccontano i giornali e i media. Vogliamo ripartire dalla Sardegna che funziona e il modo migliore di riscoprire un modello sardo fatto di bellezza e di sostenibilità è ripartire dai territori, dal loro capitale sociale, dai loro patrimoni materiali ed immateriali.
L’associazione realizza dei Laboratori permanenti sulle seguenti aree tematiche: 
1)Turismo, 2) industria, 3) Ambiente, 4) Cultura e Formazione, 5) Trasporti, 6) Welfare, 7) PPAA, 8) Internazionalizzazione e 9) Comunicazione e Social Media
Per ogni laboratorio è prevista la figura di un esperto di contenuti, un gruppo di soci supporter che propongono e sostengono l’idea progettuale e da un coordinatore.
Le fasi di lavoro prevedono un analisi swot, l’elaborazione di uno scenario a medio-lungo termine, la verifica della progettualità delle proposte a livello di ricaduta immediata e futura. 
I diversi laboratori e progetti realizzati hanno consentito di cerare e sviluppare una rete fra i soci, con il territorio, con i Comuni, con gli Enti, con la collettività e con le associazioni.
La mattina è terminata con la presentazione del Progetto @ll-in – La rete che libera, a cura di Elettra Godani, Tecnofor srl.
Il progetto @ll-in – La rete che libera, seguendo la strategia generale della Regione Sardegna, persegue l’obiettivo disuperare il divario digitale potenziando il sistema delle infrastrutture di rete estendendo a tutta la Regione l’accesso alle reti ICT e ai loro contenuti e servizi.
Il progetto @-ll interpreta e risponde alle esigenze di cambiamento organizzativo e culturale, derivanti dalle innovazioni tecnologiche che richiedono ai lavoratori un aggiornamento veloce e continuo, favorendo le condizioni affinché la retediventi uno spazio di costruzione di conoscenza che superi i limiti spaziali in ambienti che si arricchiscono attraverso le connessioni e gli scambi di informazioni e di conoscenze tra soggetti e contesti territoriali diversi.
Il portale collaborativo di progetto sviluppato in @ll-in integra un insieme di funzionalità che consentono di usufruire di numerosi corsi formativi in modalità e-learning e costituisce un ambiente integrato che offre agli utenti un servizio informativo su argomenti specifici, la possibilità di comunicare e scambiare informazioni in modo sincrono e asincrono .
Nel pomeriggio ha preso la parola Gianluca Cadeddu, Direttore del Centro Regionale di Programmazioneche ha illustrato le azioni di sistema e le iniziative del Centro Regionale di programmazione a supporto dei processi di innovazione sociale. “Il tema dell’Innovazione sociale inteso come misura della capacità di creare benessere, misura dell’impatto sociale di una azione imprenditoriale sarà il fulcro della nuova programmazione e sarà trasversale a tutti gli assi del POR della nuova programmazione” 
Ha posto, inoltre, in evidenza come in Sardegna, in questi anni si è avuto un incremento del benessere e una crescita del Pil procapite che ha consentito alla Regione di “ uscire “ dall’Obiettivo 1, quindi in Sardegna ci sono menti e persone capaci di creare innovazione 
Il pomeriggio prosegue con la presentazione di tre diversi progetti di innovazione sociale. 
Barbara Cadeddu, Assessore alla Pianificazione Strategica e Istituti di partecipazione del Comune di Cagliari ha raccontato un progetto di recupero e riqualificazione urbana del quartiere Is Mirrionis di Cagliari. 
“Si tratta di un intervento territoriale mirato che punta a riqualificare un quartiere della città caratterizzato da una densità abitativa molto elevata(vi abita il 10% della popolazione cagliaritana), e da un tasso di anzianità, disoccupazione e degrado fisico degli spazi e delle strutture notevole . In particolare vi sono molti quartieri a residenza pubblica, costruiti secondo vecchi canoni che non soddisfano le caratteristiche dei nuovi nuclei familiari”.
Il progetto prevede la realizzazione di un insieme di azioni materiali e immateriali integrate. Le azioni materiali attendono la riqualificazione degli spazi pubblici mentre le immateriali andranno ad impattare sugli aspetti socio sanitari- socio educativi.
In seguito Cipriana Dettori ha presentato il progetto “L’impresa della legalità”, realizzato dal Comune di Sassari in collaborazione con i Comuni di Alghero, Porto Torres e Sorso.
Il progetto ormai concluso ha coinvolto 86 giovani e adolescenti, di età compresa fra i 16 e 25 anni, in un percorso diorientamento al lavoro diretto a favorire la partecipazione dei giovani alla vita della comunità e alla costruzione di percorsi di vita improntati alla legalità.
I giovani provenienti da contesti svantaggiati, al di fuori dei percorsi formativi e lavorativi, esposti a rischio di devianza, sono stati selezionati tramite bando pubblico .
L’Impresa della legalità si è realizzata in 2 fasi:
   - Laboratori di orientamento e preparazione al lavoro, della durata di tre mesi che si sono svolti nei diversi comparti produttivi: Manifattura e Artigianato, Turismo, Commercio e Servizi e Agricoltura;
   - Inserimento in azienda con tirocini formativi della durata di 6 mesi.
La gestione operativa è stata affidata alla Cooperativa Sociale di Assistenza ONLUS Airone che ha impegnato un coordinatore, quattro educatori tutor, due counselor e quindici esperti
Ai giovani che hanno preso parte ai tirocini è stata offerta l’opportunità di partecipare ad un laboratorio sull’autoimprenditorialità che li ha visti impegnati in una progettazione simulata di un’idea di impresa e nella compilazione di un formulario per la richiesta di un finanziamento necessario per la start up.
Al termine del percorso su 67 beneficiari, 51 hanno completato il percorso e soltanto 16 lo hanno abbandonato per motivi diversi fa i quali una maternità, un infortunio e problemi familiari. Due di loro hanno trovato una nuova occupazione.
I punti di forza del progetto sono stati il clima di collaborazione e fiducia che si è instaurato fra i giovani e lo staff del progetto, una grande disponibilità da parte degli enti ospitanti, una proficua collaborazione tra gli operatori coinvolti Comuni interessati, Cooperativa Airone ed aziende.
Il progetto può essere, inoltre, considerato un ottimo esempio di welfare collaborativo che ha consentito di arginare la disoccupazione giovanile e di offrire forza lavoro alle aziende in crisi. Ancora, l’incontro tra welfare e profit ha consentito la presa in carico di giovani svantaggiati (community care). 
A sei mesi dalla conclusine del progetto dei 51 giovani che hanno terminato il tirocinio il 35% ha continuato il percorso autonomamente, 7 sono stati assunti dalle aziende ospitanti, 1 è entrato a far parte della Cooperativa ospitante come socio lavoratore e altri 10 soggetti hanno continuato a lavorare usufruendo di voucher e di altre diverse forme contrattuali . 
Al termine del pomeriggio Maria Rosaria Seta ha illustrato il Progetto Land, Lavoro Ambiente per il Nostro Domanirealizzato dal Comune di Quartu S. Elena 
Obiettivo del progetto, destinato a 30 adulti appartenenti a categorie svantaggiate e a donne vittime di azioni violenteha perseguito l’obiettivo di lottare contro le forme di esclusione sociale, la marginalità, la deprivazione sociale, culturale ed economica puntando sul lavoro.
Gli strumenti utilizzati sono stati i seguenti: inserimento lavorativo, auto imprenditorialità e affiancamento personale nella realizzazione di un progetto di vita personalizzato.
Il risultato raggiunto dal progetto è stato la dimostrazione che il disagio sociale si può combattere e arginare partendo dal lavoro.
I lavori terminano con un saluto da parte di tutti i relatori e un incoraggiamento ad intraprendere la strada dell’innovazione, sfruttando le risorse poste a destinazione dai fondi comunitari e regionali. Secondo Ventroni, infatti, i progetti che sono stati illustrati nel corso della giornata, sono una testimonianza delle capacità della Sardegna di essere innovativa.

Materiali del Convegno

 
 Video servizio del Convegno "Pratiche di innovazione sociale in Sardegna" realizzato da Formez PA

 

Fonte: http://www.imsardegna.it