Spese veterinarie, ecco quando la detrazione è ammissibile

Per le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari non è più necessaria la prescrizione medica. Per detrarle è sufficiente che siano certificate dal cosiddetto “scontrino parlante”, che dovrà riportare – oltre al codice fiscale del destinatario – anche la natura e la quantità dei medicinali acquistati, senza che abbia invece alcun rilievo il luogo in cui è avvenuto il loro acquisto: i farmaci certificati da scontrino parlante sono detraibili anche se venduti da strutture diverse dalle farmacie, purché autorizzate dal ministero della salute (come per la vendita di farmaci generici nei supermercati).

Lo dice l’Agenzia delle entrate con la risoluzione 24/E del 27 febbraio, che chiarisce l’articolo 15 comma 1, lettera c-bis TUIR, che prevede una detrazione Irpef del 19% delle spese veterinarie sostenute nell’anno, fino a un importo massimo di 387,34 euro purché si tratti di spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva.

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