Turismo in difficoltà? Confartigianato: "Scommettiamo sul made in Sardegna e sull'esperienza turistica"

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«Aiutare il sistema produttivo a superare questo momento di grande criticità». È l’auspicio di Confartigianato Sardegna. A lanciare l’appello sono il presidente e il segretario regionali dell’organizzazione, Antonio Matzutzi e Daniele Serra, scrutando i dati dai quali emerge che «con il turismo in crisi, annaspano anche le imprese più direttamente legate al settore, a iniziare da quelle del sistema turistico esperienziale», come spiegano. In Sardegna le imprese turistiche artigiane sono 6.574, pari al 18,9% delle imprese artigiane presenti nell’isola, e danno lavoro a più di 30mila persone, dai servizi turistici, ricettivi e della ristorazione alle manutenzioni di alberghi e case private, dal benessere all’agroalimentare, dai trasporti alle attività culturali, ricreative e di intrattenimento, sino alla produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature.

Analizzandolo tra le pieghe, il dossier “Imprese e valore artigiano in Sardegna” realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna sulla base dei dati Istat, Unioncamere e Movimprese del 2019, emerge che «le piccole e medie realtà cominciano a percepire gli effetti economici diretti e indiretti della paura da Coronavirus, con la conseguente contrazione del giro d’affari», come commentano Matzutzi e Serra. «Gli artigiani sono preoccupati per le conseguenze dell’onda lunga del virus sull’economia regionale – affermano – ogni giorno ci segnalano rallentamenti, assenza di ordinativi e mancanza di clienti, specie per le attività che lavoravano in simbiosi con alberghi e strutture turistiche”. Ciononostante, Confartigianato ritiene che “almeno in parte la stagione si può recuperare, con una importante campagna di comunicazione che accompagni il turista e gli faccia conoscere i prodotti agroalimentare e del tipico tradizionale e ampli le possibilità di svago da offrire ai turisti».

Il tema è al centro del costruttivo confronto avviato con l’assessore regionale del Turismo e dell’Artigianato, Gianni Chessa. «Oggi chi viaggia desidera fare esperienze autentiche, essere protagonista attivo, entrando in sintonia con la storia, la cultura e le tradizioni del luogo che visita – affermano Matzutzi e Serra – persone, stili di vita, oggetti quotidiani e sapori si integrano perfettamente col turismo esperienziale e con le nuove disposizioni sul distanziamento sociale». La strada, dunque, è già tracciata: un progetto per riunire le eccellenze artigiane e le tipicità artistiche e agroalimentari sarde, per offrire un nuovo modello di turismo mettendo al centro dell’offerta gli artigiani locali, punti di riferimento del Made in Sardegna e del territorio, per rilanciare la loro immagine e diventare veri attrattori di borghi e centri storici.

«È necessario mettere in campo qualsiasi iniziativa per rilanciare l’artigianato locale, e mettere al centro della proposta turistica la piccola bottega per valorizzare l’autenticità e le bellezze dei nostri territori», insistono i vertici isolani di Confartigianato, per i quali la sfida è «”mettere in relazione” le attività turistiche della ricettività e della ristorazione con quelle proprie dell’artigianato – è la parola d’ordine – serve un modo nuovo di fare turismo, puntando sulle competenze degli artigiani per raccontare il territorio, la sua identità, la tradizione e la passione che trasmette la qualità dei prodotti».

Argomenti
Turismo
29/06/2020