![<span>Photo by <a href="https://unsplash.com/@kalimullin?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Ilnur Kalimullin</a> on <a href="https://unsplash.com/s/photos/tourism?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a></span> Turismo in Italia](/sites/default/files/styles/immagine_principale/public/upload/2020/10/turismo%202.jpg?itok=2ooxmF3E)
"Il Covid ha colpito duramente il settore turistico e i sui effetti continuano e continueranno a farsi sentire nei prossimi mesi". Lo dichiara Confcommercio nel presentare i dati dell’Osservatorio mensile di Confturismo sull'indice di fiducia del viaggiatore italiano. L'indagine, realizzata in collaborazione con SWG, conferma questa tendenza a settembre: 57 punti (su scala da 0 a 100), 12 in meno rispetto a settembre 2019.
Ma non è questo l’unico segnale di allarme, spiegano i vertici nazionali dell'associazione di categoria: l’indice ha fatto registrare, tra febbraio e maggio di quest’anno, valori al di sotto delle medie di stagione; da luglio l’andamento dell’indice è tornato ad avere le stesse oscillazioni dell’anno precedente ma sempre, sistematicamente, con 10-12 punti in meno. In pratica, la domanda sembra avere superato lo "shock" del Covid-19, ma assestandosi su valori notevolmente più bassi rispetto al passato.
L’unica notizia positiva è la ripresa d’interesse per le città d’arte, città e piccoli borghi nella programmazione degli italiani per gli “short break” autunnali: nulla di paragonabile a vacanze vere e proprie, dato che si tratta di piccole pause di 2-3 giorni al massimo, ma per queste mete, che continuano a essere colpite pesantemente dalla mancanza di turismo straniero (arrivi e presenze -95% tra marzo e giugno), si tratta di un piccolo segnale d’incoraggiamento.