"Super poteri", ecco l'antidoto di Brave Potions contro la fobia dei bambini per i camici bianchi

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il team di brave potions

La visita medica, specie dal dentista, o un breve soggiorno in ospedale, anche per problemi da poco, oppure il ricorso alla chirurgia, a prescindere dall’entità dell’intervento, è percepito come motivo di forte stress dal 93% dei bambini. Partendo da questa semplice constatazione statistica, la startup Brave Potions ha inventato Super poteri. Di questa iniziativa imprenditoriale, sorprendente tanto per la sua originalità quanto per la sua semplicità, parla volentieri Alberto Piras, il suo ideatore. «L’ansia dei bambini influisce negativamente anche sul lavoro degli operatori sanitari – dice – quando medici, infermieri e tecnici interagiscono con un bimbo che teme in modo irrazionale le cure, il medico e i suoi strumenti, i tempi si dilatano e le procedure semplici diventano complesse». Grazie a Super poteri, «tutti i materiali, fisici e digitali, permettono al bambino di vivere la visita dal medico, la seduta dal dentista, il prelievo o qualsiasi trattamento medico come un’esperienza positiva, magica, divertente, a vantaggio dell’operatività clinica». Prodotti odontoiatrici e strumenti digitali da aggiornare con una semplice app trasformano il rapporto con la sanità italiana in un gioco, una storia, con dei suoi personaggi e attività sempre nuove. «Tutto è stato ispirato nel 2014 da un’attività di marketing condotta all’Ac Camargo Cancer Center, in Brasile, della Warner Bros, che aveva creato delle cover per le sacche portaflebo con le immagini dei Supereroi Dc Comics – racconta Piras – la notizia ha ispirato alcuni del nostro team ad applicare lo stesso sistema di “coverizzazione” ai diversi strumenti medici e ai medicinali e a trasformarli in pozioni magiche». Addirittura, applicando l’idea alle siringhe il team ha iniziato a fare le prime ricerche di mercato, a studiare il primo prototipo, a seguire il primo percorso di accompagnamento con Sardegna Ricerche e il progetto “Insight, dal Mvp all’impresa, finanziato con fondi POR FESR 2014 - 2020. Così è nato il progetto».

L’idea, per farla breve, è quella di trovare il modo per stabilire un rapporto di complicità con lo specialista, per permettere al bambino di affrontare la paura. «Questa missione non è mai cambiata nel tempo, ma è cambiato il modo di svolgerla, oggi ricorriamo a una combinazione di realtà aumentata, personaggi di fantasia, storie e giochi digitali – spiega l’ideatore – così da permettere trattamenti più rapidi, più sicuri e più efficaci, aiutando i piccoli pazienti a essere più collaborativi e meno traumatizzati in reparti ospedalieri e studi medici privati». Brave Potions vende il proprio servizio ai professionisti sanitari che hanno a che fare con pazienti piccoli. «Oggi operiamo anche con aziende partner, che ci riconoscono una fee sulle vendite, e consulenze di marketing nel settore medico e odontoiatrico, ma il core business resta la vendita del servizio», prosegue Andrea Piras, secondo cui «il servizio è estremamente innovativo perché non si limita a distrarre il paziente o a camuffare lo strumento medico, ma opera a livello psicologico, tranquillizzando il bambino prima del trattamento, facendogli percepire l’utilità della medicina e costruendo una esperienza che continui anche dopo la visita e che sfrutti elementi tecnologici assolutamente non paragonabili a quanto esiste sul mercato».

Nelle sue parole si affaccia il concetto di innovazione. Sfruttiamo l’innovazione anche in termini di vantaggio competitivo, grazie alla adattabilità pratica del nostro servizio a diverse branche mediche: la stessa cover può essere utilizzata per coprire siringhe per prelievi e turbine odontoiatriche e la stessa app contiene storie relative al mondo dell'odontoiatria, così come storie sull’influenza e sui prelievi. Possiamo dunque, con lo stesso prodotto, soddisfare pienamente i diversi bisogni della clientela e distinguere la nostra offerta da quella dei concorrenti. Dal punto di vista comunicativo tutto ciò ha influito notevolmente sui risultati.

Potenzialmente, l’azienda oggi si rivolge a una platea non delimitata in alcun modo. «Fornitori, clienti, dipendenti della nostra piccolissima azienda provengono da diverse parti d’Italia, il mio socio è veneto e il nostro sviluppatore per le app da mobile è romano, e gli altri componenti del “core team” sono sardi – dice ancora Piras – diciamo che cerco sempre di preferire la Sardegna quando ne ho la possibilità, sono molto legato all’isola e se posso far qualcosa per “aiutarla” lo faccio, nel mio piccolo». Soprattutto dal punto di vista lavorativo, è la speranza. «I livelli occupazionali nella fase di sviluppo sono stati abbastanza stabili, ma un aumento delle vendite come quello previsto con la nostra espansione nei paesi anglofoni porterà necessariamente a un incremento degli occupati», prosegue. In qualche modo, investire in Sardegna consiste in una forma indiretta di restituzione, perché scommettere sull’isola ha rappresentato un plusvalore. «Il contesto isolano come sede per l’attività aziendale è ottimale per diverse ragioni, dall’ambiente innovativo, in grande sviluppo, con numerose startup esistenti e nascenti, all’attenzione di Regione e Sardegna Ricerche per questi aspetti, sino all’Università, il settore è stimolato in termini economici, ma non solo», è la sua visione. Ma c’è anche il rovescio della medaglia. «Il problema principale sono i trasporti, andare e venire dall’Italia ha costi alti, collegamenti sono ridottissimi per numero e per destinazioni – afferma – viaggiare in date “calde”, come le festività o in estate, è quasi impossibile». E poi «bisognerebbe ragione di tasse», propone, ipotizzando qualche forma di federalismo fiscale che tenga conto dell’insularità.

Intanto Brave Potions e i suoi Super poteri vanno avanti. «Vogliamo inserire nella società i capitali necessari per riprodurre all’estero il successo avuto sin qui, vogliamo soci che con le loro idee sappiano portare valore e spunti utili per lo sviluppo e la crescita del servizio», dichiara Andrea Piras. «Il 18 gennaio abbiamo iniziato la campagna di equità crowdfunding, che durerà 60 giorni – annuncia – chiunque può diventare nostro socio con un investimento minimo di 500 euro ed entrare a far parte della nostra squadra».

Guardando un po’ più lontano, «investiremo per il miglioramento dell’offerta e del “customer care”, replicheremo lo stesso modello con pediatri e laboratori di analisi, punteremo il settore odontoiatrico in Gran Bretagna e Irlanda, svilupperemo di più l’upselling verso clienti in maniera strutturata, proponendo altri servizi aggiuntivi e i prodotti dei nostri partner commerciali attuali e futuri, inizieremo l’espansione negli Usa con una serie di azioni di marketing verso gli amministratori dei principali ospedali pediatrici americani, già iniziata durante le missioni a Boston, Los Angeles e Las Vegas, compiute grazie al supporto dell’assessorato regionale dell’Industria della Regione Sardegna».

Dalle parti di Brave Potions non mancano neanche gli obiettivi di lungo periodo. «Il primo è l’aumento del tasso di aderenza alle terapie mediche, che secondo molti studi è una determinante primaria di successo di un trattamento- dice sempre Piras – spesso i pazienti non seguono le raccomandazioni dei medici, riducendo la possibilità di efficacia di una cura, c’è quindi necessità di pensare a un approccio innovativo, che risolva il problema, e la soluzione può essere in uno strumento di largo utilizzo come il cellulare e le sue applicazioni». Secondo obiettivo, «rendere gli adulti di domani sicuri nel loro rapporto con i medici e i trattamenti, assicurando più fiducia nella medicina e più cultura della prevenzione e migliorando la conoscenza delle buone pratiche, in termini di salute, da parte dei genitori e dei figli, grazie alla disponibilità di suggerimenti sulla salute a portata di mano». Perché, è la convinzione maturata da Andrea Piras e dal suo team, «troppo spesso le cattive pratiche igieniche o mediche vengono tramandate “di padre in figlio” a causa di informazioni errate e scarse conoscenze mediche, tante malattie potrebbero essere evitate anche con piccole attività salutari e pratiche igieniche ripetute costantemente».

Argomenti
Startup e imprese innovative, Imprese giovanili
10/04/2018