Riapertura delle attività produttive, l’Inail la vincola alla valutazione dei rischi

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lavoro e sicurezza

Farmacisti, operatori della sanità, atleti professionisti, forze dell’ordine, parrucchieri, impiegati del trasporto aereo e addetti delle agenzie funebri. Sono queste secondo l’Inail le categorie di lavoratori più esposte al rischio di contagio da Covid-19 sul posto di lavoro. Una classificazione pubblicata dall’Istituto nazionale come parte integrante del “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione”. Il documento, approvato dal Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile, indica le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro, necessarie per affrontare la graduale ripresa in sicurezza delle attività produttive e a garantire adeguati livelli di tutela della salute per tutta la popolazione nella cosiddetta “Fase 2”.

Il documento è suddiviso in due sezioni: nella prima parte è illustrata una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio, che tiene in considerazione la possibilità di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi. In questo modo si è arrivata a una valutazione e classificazione del rischio basandosi su parametri quali l’esposizione, la prossimità, l’aggregazione. Per “esposizione” si intende la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative (settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali, laboratori di ricerca, ecc.); per “prossimità”, le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale (specifici compiti in catene di montaggio) per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità; con la variabile “aggregazione”, infine, si intende la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti oltre ai lavoratori dell’azienda (ristorazione, commercio al dettaglio, spettacolo, alberghiero, istruzione, ecc.).

Nella seconda parte del documento tecnico sono indicate le misure organizzative di protezione e lotta all’insorgenza di focolai epidemici, partendo da quanto già contenuto nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo 2020. Fra le azioni fondamentali sono indicate la riorganizzazione degli spazi di lavoro garantendo il necessario distanziamento sociale, anche ricorrendo all’installazione di barriere separatorie. O ancora la ridefinizione e differenziazione degli orari di lavoro in modo da evitare per quanto possibile assembramenti in entrata e in uscita. Resta sempre consigliato, sempre nel limite delle possibilità, il ricorso allo smart working.

Argomenti
Ambiente e salute
30/04/2020