Professionisti e imprese dell'acconciatura, in Sardegna troppi abusivi

Sono quasi 3mila le imprese artigiane sarde del settore dell'acconciatura e dell'estetica. Che però devono convivere con un'alta percentuale di irregolari, che per l'Isola si calcola in circa 1200

Sono quasi 3mila le imprese artigiane sarde del settore dell'acconciatura e dell'estetica. Che però devono convivere con un'alta percentuale di irregolari, che per l'Isola si calcola in circa 1200. I numeri nazionali sul settore dei “servizi alla persona” (tra cui rientrano le attività di acconciatura ed estetica) elaborati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat-Infocamere, raccontano di un tasso di irregolarità del 27,6 per cento, il valore più alto tra i vari settori e supera di gran lunga il tasso medio nazionale, che si ferma al 14,4 per cento di irregolari. Ogni tre imprese regolari c'è insomma almeno un'attività fantasma, che opera totalmente in nero o al limite del rispetto delle norme.

Il fenomeno è stato aggravato dalle conseguenze della pandemia. Nei due anni di limitazioni per motivi sanitari sono state di fatto permesse figure che, a dispetto delle disposizioni di chiusura di saloni di acconciatura e centri estetici, hanno erogato prestazioni a domicilio.

Per sensibilizzare i clienti a rivolgersi a soggetti qualificati e in regola con le disposizioni di legge è partita così una apposita campagna via web e social, che vede insieme diversi partner tra cui Confartigianato Sardegna, con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.