Opportunità: Alta Marmilla: si lavora alla definizione della strategia d'Area

La definizione della strategia per l'area interna dell'Alta Marmilla entra nel vivo. Il 9 luglio Ales ha ospitato, a distanza di un anno, la delegazione della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), guidata dall'economista Fabrizio Barca.
La riunione tenutasi il 9 luglio è stata organizzata per presentare al team nazionale il processo per la definizione del "Preliminare di Strategia" dell'Alta Marmilla alla presenza degli stakeholder rappresentativi e di un primo nucleo di soggetti "rilevanti" individuati nelle attività di scouting territoriale, per approfondire i temi portanti della Strategia in materia di scuola, sanità, mobilità, connettività, mercato/sviluppo e per poterli condividere in un percorso partecipato.

Dopo il focus del 9 luglio seguiranno le attività di co-progettazione, che porteranno alla definizione della Strategia d'Area, la quale sarà approvata dal Comitato tecnico e dalla Regione prima della pausa estiva, così da procedere alla sottoscrizione dell'Accordo di Programma Quadro entro il 30 settembre 2015.

L'Alta Marmilla sarà sostenuta in tutte le fasi della SNAI dalla Regione Sardegna, in particolare dalla Presidenza e dagli Assessorati regionali della Pubblica Istruzione e Beni Culturali, del Lavoro, della Sanità e dell'Assistenza sociale, dei Trasporti, degli Enti Locali, degli Affari Generali e dell'Agricoltura coordinati dall'Assessorato della Programmazione e dal Centro Regionale di Programmazione.

Un metodo comune di sviluppo territoriale e indirizzi precisi per far rifiorire le realtà più deboli sono il comune denominatore per l'applicazione, anche nel contesto isolano, della strategia per le aree interne. Le aree interne sono considerate tali per la distanza geografica dai principali poli urbani e si differenziano da questi ultimi per la minore offerta di servizi essenziali, minore occupazione e tendenza all'abbandono dei luoghi d'origine. Tuttavia possiedono un potenziale patrimonio inestimabile in quanto conservano ancora tradizioni, saperi, arti e mestieri che sapientemente valorizzati possono rivitalizzare i contesti periferici e possono rendere tali aree dei veri e propri poli attrattivi e di sviluppo.

Quello dell'Alta Marmilla è uno dei progetti pilota nazionali: 8 milioni di euro fra fondi nazionali ed europei per lo sviluppo dell'Alta Marmilla. Sanità, istruzione, mobilità e agroalimentare i temi sui quali il progetto deve incardinarsi, per garantire la qualità della vita delle persone e puntare su uno sviluppo che parta dalle vocazioni locali e riesca a creare lavoro, unico antidoto contro lo spopolamento. La tempistica è rispettata: dopo lo step del 9 luglio u.s. in cui i progetti sono stati definitivamente illustrati, a settembre si definirà un Accordo di programma quadro.

Quello dell'Alta Marmilla, dunque, è uno dei primi 6 progetti in Italia già pronti a partire. "Quando hai forti identità locali hai vantaggi ma anche un rischio, se non sei aperto: rimani solo e hai problemi di socializzazione - sottolinea Barca - Il tentativo dell'operazione in corso, che riflette la constatazione di un calo demografico molto grave in Sardegna ma anche in Liguria, in Basilicata, in alcune aree del Piemonte, è quello di contrastare questo calo giocando le carte contemporanee della globalizzazione e della localizzazione, cioè aprendo questi territori, aumentandone la connettività interna, mettendo insieme i comuni, i produttori, aumentando la capacità di pubblico e privato di cooperare insieme".

Una filosofia pienamente condivisa dall'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. "Questo è un esperimento estremamente importante, nel quale abbiamo creduto sin dall'inizio: affrontare il tema dello spopolamento in modo integrato, pensando anche ai servizi di base quindi sanità, mobilità, scuola. È un intervento complesso, che richiede la piena partecipazione dei Ministeri e non solo delle Regioni e delle comunità locali, e lo porteremo in altre zone, prima fra tutte il Gennargentu Mandrolisai, che vogliamo far rientrare nella strategia nazionale. Questo modello lo replicheremo in tutti i territori, attraverso l'integrazione di fondi e di idee, focalizzando l'attenzione sui punti di forza delle nostre zone interne che sono il paesaggio, la qualità della vita, le tradizioni, le competenze, l'identità, tutte cose che si traducono in prodotti dell'agroalimentare ma anche del manifatturiero e dell'artigianato tradizionale. C'è grande domanda di queste tipicità a livello mondiale, la globalizzazione fa sì che ci siano molti più consumatori in Paesi come la Cina, l'India, il Brasile, la Russia che hanno ormai disponibilità a pagare prodotti di alta qualità che arrivano da fuori. Sono prodotti della nostra identità che nessuno ci può copiare - conclude il vicepresidente della Regione - dobbiamo esportarli e farli conoscere in modo che poi diventino il veicolo per attrarre il consumatore nel luogo di provenienza dei prodotti, e questo permetterà al nostro turismo anche nei mesi di spalla di crescere adeguatamente".

Per individuare le aree candidabili al programma nazionale sono stati utilizzati tre criteri: comune non costiero, ad alto rischio di spopolamento e ricadente in aree periferiche o ultraperiferiche. Sono stati individuati 116 Comuni appartenenti a 21 Unioni di Comuni o Comunità montane in base a criteri di perifericità e malessere demografico, poi selezionate 13 aree comparate rispetto all'indicatore "comuni a rischio scomparsa". A luglio 2014 sono stati effettuati due focus group presso le comunità locali delle due aree interne "finaliste" (Alta Marmilla e Barbagia-Mandrolisai), seguiti da un rapporto che ha consentito all'Unità di missione nazionale (Comitato tecnico aree interne) e Regione di individuare l'Alta Marmilla come prima area prototipo su cui far partire la sperimentazione della SNAI, la Strategia nazionale per le aree interne. L'Alta Marmilla si estende su 35 chilometri quadrati e comprende 20 piccoli comuni di cui ben 8 a rischio estinzione entro il 2070.