Lima, ultima chance per l’accordo 2015 sul clima

Si è aperta la seconda settimana di negoziati ONU

Il WWF, gli ambientalisti e gran parte della società civile presente non intendono consentire che l’accordo di Parigi dimentichi l’esigenza di tagliare subito le emissioni in modo molto più coerente con le previsioni scientifiche 

Mentre le Filippine venivano colpite dal terzo tifone in contemporanea con le riunioni mondiali ONU sul clima in 3 anni, si è chiusa la prima settimana di negoziati sul clima alla Conferenza delle Parti di Lima: scusate la rima, c’è ben poco di poetico nelle trattative, a dire il vero. Si oscilla tra retorica e furbizie, tra toni melliflui e mosse ​da scacchisti. Nella seconda settimana ci sarà un testo da discutere, il testo su cui si dovrebbe costruire l’accordo globale di Parigi. Le posizioni sono ancora lontane, tant’è che la Cina e altri Paesi hanno chiesto che il nuovo testo sia una semplice compilation delle varie opzioni, cioè delle posizioni dei vari Paesi. Vedremo.

Eppure la COP si era aperta sotto il segno della speranza. I negoziatori erano arrivati in sella all’annuncio dell’accordo Cina-Stati Uniti, ai notevoli (ma ancora insufficienti) impegni di contributo al Fondo Verde per il Clima, all’obiettivo indiano di dare un enorme impulso all’energia fotovoltaica. Già il secondo giorno, però, i soliti riti e le solite contrapposizioni erano emerse, drammaticamente. La filosofia del “perché io?” aveva ripreso il sopravvento, insieme agli sgambetti reciproci. Per fortuna, la presidenza peruviana ha ripreso in mano la situazione, convocando un incontro tra i maggiori gruppi di paesi e ha dato un impulso alla concretezza.

Leggi tutto l’articolo di Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia  – WWF Italia 

Fonte: www.rinnovabili.it

10 dicembre 2014