Lavoro in luoghi a rischio di inquinamento nelle cantine vinicole

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Lavoro in luoghi a rischio di inquinamento nelle cantine vinicole

A breve inizierà la stagione della vendemmia e nelle aziende vitivinicole è in corso la preparazione e la manutenzione delle attrezzature, degli impianti e dei locali destinati alla lavorazione del vino.Purtroppo le cronache evidenziano come nella filiera del vino si verifichino gravissimi infortuni, spesso con esito mortale, occorsi in ambienti confinati, in presenza di gas asfissianti o per assenza di ossigeno.

Casi recenti, avvenuti anche in Sardegna, indicano le diverse condizioni di pericolo:  

-       lavorazioni svolte all’interno di autoclavi e cisterne, come il lavaggio delle stesse e la rimozione di residui depositati dal vino stoccato e non rimovibili dall’esterno;

-       operazioni svolte in aree della cantina non adeguatamente ventilate durante la fermentazione dei mosti, quali locali interrati o seminterrati, con conseguente accumulo di Anidride Carbonica (CO2);

-       ingresso estemporaneo del personale in vasche e serbatoi, nei quali era presente azoto dopo lo svuotamento del vino, per compiere interventi di ispezione visiva e/o manutenzioni.

Oltre ai menzionati fattori di rischio, non sono da trascurare le condizioni di pericolo che vengono a configurarsi durante le operazioni di rifacimento o ripristino delle superfici interne dei vasi con uso di prodotti chimici impermeabilizzanti.

Anche l'evoluzione dei processi industriali gioca un ruolo non trascurabile, in passato il rischio principale di morte nelle cantine era costituito da asfissia in presenza di elevatiquantitativi di Anidride Carbonica (CO2), negli ultimi anni l’innovazione tecnologica ha introdotto l’uso di elementi chimici sotto forma di gas – azoto ed argon - finalizzati a preservare la qualità del vino, la gestione dei quali, tuttavia, ha introdotto nuovi rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Un’analisi della natura degli infortuni rileva nella maggior parte dei casi l’assenza di idonee procedure di lavoro, con particolare riferimento ai seguenti fattori critici:

-       mancato controllo dell’atmosfera del luogo confinato;

-       mancanza o non corretto uso di dispositivi di protezione individuali;

-       inadeguati sistemi di sorveglianza dell’attività a rischio e di gestione dell’emergenza;

-       la sottovalutazione generalizzata dei rischi correlati alle diverse operazioni della vinificazione.

La situazione appare ancora più critica se ci si sofferma sul fatto che le operazioni svolte nelle cantine vitivinicole rientrano a pieno titolo nel campo di applicazione del DPR 177/2011, in merito all’obbligo di adozione di specifiche procedure di lavoro, comprensive delle fasi di soccorso e di coordinamento con i sistemi pubblici di emergenza. Un utile supporto tecnico per la gestione delle problematiche legate ai luoghi sospetti di inquinamento nella filiera vitivinicola può venire dal manuale "Lavori in spazi confinati nelle cantine vitivinicole" edito dall'Azienda per la Tutela della Salute (ATS) di Pavia in collaborazione con vari soggetti istituzionali e sviluppato nell'ambito del progetto: “linee operative per la gestione della problematica degli spazi confinati o a rischio di inquinamento nelle cantine vitivinicole” che prende spunto dal consuntivo di anni di osservazione ed analisi del fenomeno infortunistico in Oltrepo Pavese, terra vocata alla coltivazione della vite ed alla trasformazione delle uve.

Argomenti
Agricoltura
18/07/2019