Industria e servizi, i dati di Bankitalia: cresce l’occupazione ma diminuiscono le vendite

Banca d'Italia

Nel 2023 le vendite delle imprese con almeno 20 addetti sono diminuite nell'industria in senso stretto (-1,4%) e sono rimaste stabili nei servizi privati non finanziari. Il numero di occupati è ancora cresciuto e la quota di imprese in utile è rimasta elevata nel confronto storico.
A certificare l’andamento delle aziende di due settori fondamentali per l’economia del Paese è il rapporto di Bankitalia, “Indagine sulle imprese industriali e dei servizi”, pubblicato nei giorni scorsi.
Secondo l’analisi della Banca d’Italia, lo scorso anno i prezzi di vendita praticati dalle imprese hanno rallentato soprattutto tra le aziende dell'industria in senso stretto; sono diminuiti quelli dei beni energetici e degli input produttivi, che avevano sospinto i forti e generalizzati rincari nel biennio 2021-22.
La domanda di finanziamenti è rimasta debole e i giudizi sulle condizioni di accesso al credito segnalano un ulteriore inasprimento, in particolare con riferimento ai tassi di interesse applicati. È proseguita la crescita della spesa per investimenti, sospinta da quella delle imprese dei servizi e del comparto energetico ed estrattivo.
Per l’anno in corso le stime sono più rosee: le attese delle imprese per il 2024 prefigurano un lieve aumento delle vendite nella manifattura, cui si assocerebbero un ulteriore rallentamento dei prezzi e una contrazione della spesa per investimenti. Nei servizi le imprese anticipano un moderato calo della produzione e un'espansione dei piani di investimento; la crescita dei prezzi continuerebbe ad attenuarsi anche in questo comparto, ma rimarrebbe più elevata rispetto agli altri settori, soprattutto per i servizi alle famiglie.
La produzione del settore delle costruzioni, che è cresciuta a ritmi sostenuti nel settore delle opere pubbliche e dell'edilizia privata, ha beneficiato degli incentivi legati al Superbonus. Dopo tre anni di forte espansione, per il 2024 le imprese si attendono un lieve calo dell'attività.

Vendite
In particolare l’analisi rileva che nel 2023 le vendite delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi privati con almeno 20 addetti sono nel complesso diminuite dell’1,4 per cento a prezzi costanti. Il calo ha riguardato quasi esclusivamente il comparto industriale, il cui fatturato si è ridotto sia sul mercato interno sia su quello estero, risentendo del rallentamento del commercio mondiale e dell’attività nell’area dell’euro. La riduzione ha interessato tutte le macroaree geografiche; è stata particolarmente marcata tra le imprese della chimica e degli articoli in gomma e plastica (-5,5 per cento). Dopo il forte recupero negli anni successivi alla pandemia, le vendite nei servizi sono rimaste nel complesso stabili. 

Prezzi
Dopo i marcati rialzi del biennio precedente, nel 2023 la crescita media dei prezzi praticati dalle imprese si è fermata al 3,3 % (nel 2022 era cresciuta dell’8%).
Il rallentamento dei prezzi ha riguardato soprattutto il settore industriale (3 %, da 11 del 2022) e in particolare le imprese produttrici di beni intermedi ed energetici, che avevano messo in atto i maggiori rincari nel 2022.
Nei servizi il rallentamento dei prezzi è stato meno forte (in media al 3,5 %, da 6 del 2022). Nel complesso la quota di imprese che ha aumentato i prezzi di almeno il 2 % è scesa al 61 % cento (da 73 del 2022). 

Occupazione
Nel 2023 la crescita del numero di occupati si è rafforzata (1,8 % da 1,6 nel 2022) ed è stata più intensa nei servizi che nell’industria. Le ore lavorate, in crescita per il 62 % delle imprese industriali e per il 68 % di quelle dei servizi, sono aumentate nel complesso del 3 % rispetto all’anno precedente. L’incremento delle retribuzioni è stato moderato: a parità di inquadramento, solo il 12 % dei lavoratori avrebbe avuto un incremento della retribuzione oraria di oltre il 4 %, a fronte di un tasso di inflazione al consumo del 5,9 %. L’utilizzo del lavoro a distanza si è mantenuto sui livelli dell’anno precedente: vi ha ricorso il 28 % delle imprese e, tra queste, ha interessato il 13 % dei lavoratori nell’industria e il 25 nei servizi.