Industria 4.0, Paci: "Puntare su innovazione e tecnologia"

Il destino delle imprese sarde è legato a doppio filo alla loro capacità di investire in innovazione e in alta tecnologia e la Regione può favorire questo processo, che riguarda anche i settori più tradizionali dell’economia sarda, attraverso la sua azione di supporto e di stimolo. È la convinzione su cui hanno concordato nei giorni scorsi il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, e il presidente nazionale di Confindustria digitale, Elio Catania. Nel corso di un incontro al quale hanno partecipato anche il presidente della Camera di Commercio di Cagliari, Maurizio De Pascale, e il presidente regionale di Confindustria, Alberto Scanu, è stata ribadito l’unanime convincimento che l’innovazione sia strategica per il tessuto imprenditoriale isolano e per il suo futuro.

Tra i temi che in questi giorni terranno banco in Sardegna, tra incontri e convegni, c’è anche la “quarta rivoluzione industriale”, che il governo intende realizzare con il piano nazionale “Industria 4.0”. Si tratta di un ambito strettamente legato alle azioni messe in atto in questi ultimi mesi dalla Regione per favorire il processo di innovazione delle imprese, per far dialogare i soggetti pubblici e privati, per garantire agli operatori caratteristiche ormai indispensabili sul mercato globale, dalla flessibilità alla velocità, dalla produttività alla qualità e alla competitività del prodotto.

«Sin dal primo momento, questa giunta ha messo a punto politiche a sostegno del mondo imprenditoriale perché sappiamo bene che dobbiamo mettere olio negli ingranaggi, ma la macchina dello sviluppo poi la muovono le imprese – dice l’assessore Paci – c’è grandissima attenzione per i temi dell’innovazione e dell’alta tecnologia, e lo dimostrano le nostre politiche a favore di Itc e S3 e la Strategia di specializzazione intelligente». Secondo l’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, «nell’innovazione e nel digitale c’è il futuro dei settori più tradizionali, a cominciare dall’agricoltura e dal turismo, e di conseguenza il futuro dell’economia e dell’occupazione».

Come ha sottolineato ancora Paci, «in Sardegna ci sono tutte le condizioni favorevoli, tra competenze e vere e proprie eccellenze, e la giunta regionale è sensibile a questi temi». Perciò non resta che «unire le forze e lavorare perché l’innovazione sia trasversale e ricada in tutti i settori», conclude Paci. Per Catania «il ritardo dell’Italia nell’economia digitale vale due punti di Pil». Tradotto in cifre, si parla di 500mila posti di lavoro e 25miliardi di euro all’anno di mancati investimenti. «Questo gap si può colmare solo riprogettando il Paese e orientando gli investimenti pubblici e privati verso l’innovazione – dice il presidente di Confidnustria digitale – questo è il momento giusto, tante condizioni favorevoli tutte insieme non si erano mai verificate, chi vuole investire e fare impresa non potrebbe trovare una situazione migliore».