Incremento di Iva e accise, la manovra correttiva lo riduce

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La manovra correttiva varata dal governo non ha ancora scongiurato definitivamente l’aumento dell’Iva per il triennio 2018-2020. Se il Consiglio dei ministri non dovesse rispettare le previsioni del Documento di economia e finanza e non dovesse trovare le risorse per rispettare le clausole di salvaguardia concordate con l’Unione Europea, scatteranno gli aumenti. Tuttavia si tratterà di aumenti inferiori rispetto alle previsioni iniziali.Dal gennaio 2018 l’Iva sui beni primari passerebbe dal 10% all’11,5% anziché al 13%, per salire al 12% nel 2019 e al 13% nel 2020. Nel 2018 l’aliquota ordinaria passerà dal 22% al 25%, per passare nel 2019 al 25,4% anziché al 25,9% stabilizzarsi al 25% nel 2021.

Le clausole di salvaguardia sono aumenti automatici di Iva e accise messe a garanzia delle leggi di bilancio: nel caso in cui il Governo non trovasse copertura economica alternativa per garantire il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del rapporto tra deficit e Pil, entrano in funzione automaticamente e determinano l’aumento dell’Iva e delle accise per recuperare i soldi necessari a garantire il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.

09/05/2017