Il virus della solidarietà per battere la crisi, imprese sarde in campo. Gli esempi virtuosi di Nulvi e Assemini

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la solidarietà come antidoto alla crisi

Di fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale la Sardegna non abbassa la testa. Anzi, il sistema privato di aziende, organizzazioni di categoria, club di prodotto, associazioni di artigiani e collettivi di ogni genere esibiscono il loro profilo più fiero e tronfio, mettendo da parte il profitto e investendo in solidarietà a vantaggio delle proprie comunità. Due begli esempi, ma i casi sono tantissimi e si moltiplicano ogni giorno, arrivano da Nulvi e Assemini.

Nella cittadina dell’Anglona la storica Latteria Sociale Cooperativa Formaggi San Pasquale ha deciso di fare una donazione in denaro a supporto del sistema che socio-sanitario che gestisce in prima linea la lotta all’emergenza sanitaria. Dall’hinterland metropolitano di Cagliari, invece, si è diffusa a macchia d’olio in tutta l’isola l’esperienza delle sarte che realizzano artigianalmente e a domicilio mascherine simil-chirurgiche. In questi giorni stanno diventando obbligatorie per tutti e, ormai è assodato, sono indispensabili per proteggere gli altri dalla positività di cui è potenzialmente portatore chiunque, anche in modo asintomatico. Di fronte alla carente disponibilità, l’associazione “Sa Muta” ha messo in piedi una straordinaria rete di sarte volontarie.

«Anche e soprattutto in un momento difficile come questo, noi ci siamo», è il motto della cooperativa casearia nulvese, che risponde presente donando 15mila euro per l’acquisto di un ventilatore polmonare da trasporto – equivalente a uno strumento da terapia intensiva ma trasportabile – da destinare al reparto di Anestesia e Rianimazione 2 dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Non solo: 5mila euro di prodotti caseari sono stati messi a disposizione della Caritas locale e distribuiti ai bisognosi del territorio, tra Nulvi, Martis, Chiaramonti, Ploaghe, Tergu, Osilo, Castelsardo, Ardara, Valledoria, Sedini, Bulzi e Sorso. «Grazie a tutti quelli che hanno contribuito, siamo orgogliosi della risposta arrivata», dice a nome di tutti Antonello Ruzzu, presidente della San Pasquale. Tutti i soci hanno aderito e hanno messo a disposizione anche parte del loro tempo e del loro lavoro per contribuire fattivamente all’iniziativa. «La speranza di tutti noi è che l’emergenza si risolva presto e nel miglior modo possibile – prosegue il presidente – in una situazione di emergenza è importante dare una mano, tutti, ognuno per quel che può». I ventilatori polmonari possono salvare vite umane. «Il nostro formaggio, frutto della nostra terra e del nostro lavoro, in questo momento può essere un bene altrettanto prezioso per chi vive in situazioni di difficoltà – conclude Antonello Ruzzu – siamo convinti che l’unione faccia la forza la differenza».

In tutto il pianeta, ma a maggior ragione in Sardegna, si fa un gran parlare della carenza di mascherine protettive contro il Covid-19. Anziché contribuire al dibattito sulle disfunzioni sistemiche globali e locali, ad Assemini le sarte le hanno realizzate, ispirando col coordinamento dell’associazione “Sa Mata – L’albero delle idee” la nascita di una rete regionale di sartorie domestiche. In principio erano quaranta sarte del territorio, pronte a mettere a disposizione le loro competenze e realizzare centinaia di mascherine per limitare il rischio contagio da coronavirus. Ora sono oltre cento e vanno da Assemini a Cagliari, percorrendo tutta la 131 e addentrandosi nelle zone interne fino a spingersi alle località costiere. La rete si chiama “Fatu in domu”: fatto in casa. Le mascherine vengono realizzate in tessuto facilmente sanificabile con l’uso di vapore. Come la presidente Veronica Matta ha avuto modo di spiegare in più occasioni alla stampa, ma anche tramite i social, «le nostre mascherine aiuteranno a rasserenare i cittadini, specie gli anziani, le persone sole e quelle più esposte al virus». Doveva essere un esperimento artigianale, domestico e alla buona, ma il virus della solidarietà si è diffuso sino a trasformare “Fatu in domu” in «una vera e propria catena di montaggio». Grazie alla sinergia con Prociv Arci Assemini, nei giorni scorsi la rete sarda di laboratori tessili per l’emergenza coronavirus ha annunciato che «le mascherine vengono dal cielo», come recita lo slogan scelto per raccontare della possibilità di usare i droni per facilitare la distribuzione. «Dimostriamo che quando le cose si vogliono fare, si possono fare», afferma la presidente Matta. Chi vuole fare impresa in Sardegna avrà certamente preso nota.

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Agricoltura
07/04/2020