Fipe: "I sardi vanno di più al ristorante. Aziende in calo"

La spesa mensile delle famiglie sarde per gli alimentari è calata del 12,9% (-66,72 euro) tra il 2007 e il 2015. In compenso, il peso della ristorazione sul totale dei consumi alimentari è cresciuto dello 0,9% della media nazionale. Sono i numeri del Rapporto ristorazione 2016 di Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi di Confcommercio. Il report si basa sui dati di Istat e Camere di Commercio. Nell’isola le attività del settore sono 10.538, pari al 3,2% della imprese attive in Italia. Il 13,7% sono società di capitale, il 31,5% società di persone, il 52,9% ditte individuali e l’1,9% hanno altre forme giuridiche. Il saldo tra imprese iscritte e quelle cessate è negativo: sono 422 in meno, con un tasso di imprenditorialità in calo del 4%. Tra gennaio e settembre 2016 in Sardegna si è registrato anche un ulteriore dato negativo: a fronte di 326 nuove imprese iscritte, 502 sono cessate.

Nel dettaglio, i bar e altri esercizi simili – senza cucina – sono 5.069. In massima parte si tratta di ditte individuali (51,9%) e di società di persone (35%). In questo caso il saldo negativo tra imprese attive e cessate è di 190, con un calo del 3,7% del tasso di imprenditorialità. I ristoranti e le attività di ristorazione mobile sono 5.358. Anche in questo casa si tratta soprattutto di ditte individuali (54,2%) e di società di persone (28,5%). Anche stavolta si registra un saldo negativo tra imprese attive e cessate pari a 223.La fornitura di pasti preparati e altri servizi di ristorazione viene effettuata da 111 imprese, divise tra ditte individuali (32,4%), società di capitale (27,9%) e società di persone (20,7%).  Il saldo negativo tra imprese attive e cessate è pari a 9.