Da scarti difficili da smaltire a elementi cosmetici: la rivoluzione di BestMedGrape per i sottoprodotti del vino

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Immagine simbolica vite e uva

I sottoprodotti della lavorazione del vino sono scarti di difficile smaltimento, ma adeguatamente sfruttati possono avere grandi potenzialità commerciali, specie nel campo della cosmesi, della cura del corpo e della salute. È l’idea di “BestMedGrape – New business opportunities and environmental sustainability using Med Grape nanotechnological products”, progetto coordinato dall’Università di Cagliari all’interno di Eni CbcMed, il programma che finanzia iniziative di cooperazione internazionale finalizzate a rendere l’area mediterranea più competitiva, innovativa e inclusiva.

L’iniziativa, presentata da poco a Cagliari, ha un budget di 3milioni e 300mila euro: il cofinanziamento europeo è di 2milioni e 600mila euro, pari all’80% del totale. «BestMedGrape promuove il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca sulla vite e sui possibili utilizzi dei sottoprodotti di vinificazione», spiega Gianluigi Bacchetta, coordinatore scientifico del progetto. «Alcuni sottoprodotti possono essere trasformati in nanoformulati commerciali innovativi – aggiunge – destinati alla cura del corpo e al mantenimento di un buono stato di salute».

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Ricerca e innovazione
29/11/2019