Climate change, cala la produzione di vino

Browse
Agricoltura

Il meteo impazzito fa segnare un calo della produzione di vino del 15% in Sardegna per l’annata 2021, con 404mila ettolitri contro i 475mila del 2020. Un crollo produttivo maggiore della media nazionale che si attesta attorno al -9%. Ma le produzioni meno abbondanti non sono di per sé una cattiva notizia: il malumore delle aziende vitivinicole può essere mitigato dalla previsione che l’annata 2021 si caratterizzerà per l’alta qualità dei vini, che unita appunto alla minore produzione, genera ottimismo riguardo all’andamento futuro dei listini prezzi. È quanto emerge dalle le previsioni vendemmiali di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate ieri nel corso di una conferenza stampa online, alla presenza del sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gianmarco Centinaio.

Secondo il rapporto, i mutamenti climatici, assieme a un andamento meteorologico molto incerto caratterizzato da gelate primaverili, grandinate di luglio, siccità e ondate di caldo estivo, hanno colpito molto areali, con importanti differenze qualitative e quantitative anche in territori limitrofi. Complessivamente, la situazione del vigneto italiano appare comunque buona, mentre si attende con attenzione l’evoluzione nei mesi di settembre e ottobre.

Nella classifica per regioni, il Veneto si conferma capofila con quasi 11 milioni di ettolitri, seguito da Puglia (8,5), Emilia Romagna (6,7) e Sicilia (3,9), per una produzione complessiva delle quattro regioni di circa 26 milioni di ettolitri, pari al 60% di tutto il vino italiano. Osservando i trend, spicca la contrazione della Toscana, vessata dalle gelate di aprile che hanno determinato una perdita del 25% del raccolto regionale, senza risparmiare il resto del Centro Italia (Umbria -18%, Marche -13% e Lazio -10%). Al Nord è la Lombardia a registrare il decremento più importante (-20%), mentre sul versante Est si segnala il -15% dell’Emilia Romagna, con il resto delle regioni che oscillano tra il -10% e -7%. E se l’Abruzzo segna il primato in negativo al Sud (-18%) seguito da Molise (-15%), Sardegna (-15%) e Basilicata (-10%), si distinguono con incrementi produttivi Sicilia, Calabria e Campania, mentre la Puglia contiene le perdite a -5%.

In Sardegna a determinare il calo produttivo è stato soprattutto l’andamento climatico di aprile, caratterizzato dal fenomeno delle gelate, che hanno colpito le varietà più precoci un po’ in tutta l’isola, ma in particolare ha creato numerosi danni sulla cultivar Vermentino negli areali di Alghero e in tutta la Gallura, raggiungendo incidenze del 50-60%. Danni più lievi ma evidenti si sono verificati nell’oristanese sulla Vernaccia e nel Sud sul Moscato e sulle cultivar internazionali come lo Chardonnay.

Argomenti
Agricoltura
09/09/2021