Cani: «Gli scarti di lavorazione delle cave possono diventare una risorsa»

Scarti di lavorazione delle cave

Il settore lapideo è strategico per l’economia dell’isola. Nel settore ci sono 173 cave attive e una quarantina di concessioni minerarie, con almeno 10mila lavoratori occupati, diretti e indiretti, e un migliaio di imprese. Una realtà da rilanciare e sostenere secondo l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani, che, nei giorni scorsi, al convegno organizzato a Nuoro da Sardegna Ricerche sul tema “L’industria estrattiva sarda, il ruolo dell’economia circolare nelle strategie di crescita e di sviluppo”, ha assicurato: «Pensiamo a linee di intervento anche finanziario di grande rilievo. E in questo contesto un ruolo importante può essere rivestito dagli scarti di lavorazione». Si tratta di prendere in considerazione discariche realizzate negli anni ai margini delle miniere e dalle quali le attuali tecnologie permetterebbero di estrarre materiali critici.

Utilizzare così i cosiddetti “sfridi” di lavorazione del settore dei marmi e gli scarti delle lavorazioni minerarie per ricavare le materie prime critiche. Da problema a risorsa insomma, vero e proprio “valore aggiunto”. E c’è il tema dei siti minerari non più attivi, da riutilizzare in un sistema di economia circolare.

Il tutto può allora diventare occasione per investire nella ricerca e creare sinergie tra università, mondo imprenditoriale e amministrazione regionale. «Abbiamo la volontà di andare in questa direzione», ha ribadito l’assessore Cani.