Agroalimentare, mercato europeo in crescita: nel 2021 +6,1% rispetto al 2020

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Forte crescita del mercato agroalimentare dell’Ue. I dati registrati dalla Commissione europea indicano che per il periodo gennaio-settembre 2021 il valore totale del commercio agroalimentare degli Stati membri (esportazioni più importazioni) ammonta a 239,5 miliardi di euro, con un aumento del 6,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Le esportazioni sono aumentate dell'8%, attestandosi a 145,2 miliardi di euro, con un aumento delle importazioni del 3,5 %, che ha permesso di raggiungere un fatturato complessivo pari a 94,2 miliardi di euro. Tali dati riflettono un'eccedenza complessiva del commercio agroalimentare equivalente a 51 miliardi di euro per i primi nove mesi dell'anno, con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2020.

A spingere la crescita dell’export sono le vendite verso gli Stati Uniti d’America, aumentate del 15%, principalmente grazie alle esportazioni di vino, acquaviti, liquori, cioccolato e dolciumi. In aumento anche le esportazioni verso la Corea del Sud, che predilige gli acquisti di vino, della carne suina, del frumento e del frumento segalato, e quelle verso la Svizzera. Bene anche le esportazioni agroalimentari verso il Regno Unito, che nel 2021 hanno superato per la prima volta l’importo del corrispondente periodo dell’anno precedente, aumentando di 166 milioni di euro. A fare da contraltare queste ottime performance sono le vendite verso l'Arabia Saudita, Hong Kong e Kuwait, calate sensibilmente di valore.

Per quanto riguarda il capitolo importazioni l'aumento maggiore è stato registrato per i prodotti provenienti dal Brasile, con una crescita di 1,4 miliardi di euro, pari a un +16 % rispetto allo stesso periodo del 2020. In crescita anche le importazioni dall'Indonesia, dall'Argentina, dall'Australia e dall'India. Diminuzioni considerevoli sono state per contro rilevate nelle importazioni da diversi paesi, tra le quali la più significativa è la diminuzione di 2,9 miliardi di euro, pari al 27 %, dal Regno Unito, seguita da quelle provenienti da Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e Moldavia.

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