Adempimenti ambientali: il caso di una Pmi

Browse

Dell’importanza di adeguate politiche aziendali di salvaguardia dell’ambiente si è già detto, così come delle positive ripercussioni sul piano dell’immagine, dell’organizzazione e dalla preparazione alle future sfide lavorative. È utile però indicare gli obblighi ambientali per le imprese, soprattutto per quelle meno strutturate, e gli adempimenti da rispettare. La normativa europea in materia ambientale, cui si è allineata anche la normativa nazionale, fonda sul principio che “chi inquina paga”. Al di là delle sanzioni, commettere irregolarità ambientali costa molto anche in termini di immagine.

L’introduzione nel codice penale del reato di inquinamento ambientale colma un vuoto normativo e punisce i delitti contro l’integrità dell’ambiente inteso come bene dotato di valore in sé. Prima l’inquinamento ambientale era perseguibile solo in base alle norme a tutela della salute umana o dalle quelle contro l’emissione di rumori e odori molesti. Ora l’inquinamento ambientale è un reato autonomo, sanzionabile anche in assenza di rischi per la salute o molestie verso la collettività.

Prendiamo il caso di una nuova piccola impresa, e utilizziamo a esempio il caso di una officina per la riparazione dei veicoli. Se l’area individuata per l’attività fosse all’interno di un’area Sic, Zps o Zsc (Siti di importanza comunitaria, Zone di protezione speciale o Zone speciali di conservazione) va attivata la procedura di Valutazione di incidenza ambientale. Se la nuova attività insiste in un’area soggetta a tutela del paesaggio – come è in Sardegna la fascia costiera – bisogna inoltre ottenere i nulla osta.

Un’officina produce rifiuti speciali, anche pericolosi come nel caso di olio motore, batterie e altri materiali, ed è pertanto obbligata a tenere il registro di carico e scarico dei rifiuti e dei relativi formulari di trasporto per lo smaltimento. L’impresa dovrà inoltre rispettare i limiti sul deposito temporaneo dei rifiuti o richiedere autorizzazione allo stoccaggio per quantitativi superiori.

Nel caso sia dotata di cabina di verniciatura, la nostra officina è soggetta all’obbligo di autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Se si utilizzano meno di 20 chili di vernice al giorno basta l’autorizzazione di carattere generale, oltre questa soglia serve l’autorizzazione ordinaria, che è un procedimento più complesso e approfondito, per il rilascio della quale è prevista una conferenza di servizi. È necessaria poi l’autorizzazione allo scarico per le acque di lavaggio o le acque piovane su aree esterne pavimentate su cui si effettuino lavorazioni potenzialmente sporcanti. E c’è l’obbligo della documentazione di impatto acustico, che deve essere redatta da un tecnico abilitato in acustica ambientale. Autorizzazione alle emissioni in atmosfera, autorizzazione allo scarico e documentazione di impatto acustico sono comprese nell’Autorizzazione Unica Ambientale (Aua), che ha validità per 15 anni.

Un ulteriore adempimento può essere l’iscrizione al Conai, il Consorzio nazionale imballaggi nel caso l’impresa acquisti merci imballate dall’estero, come nel caso dei ricambi, perché da questo punto di vista l’importazione è equiparata alla produzione.

Gli adempimenti sono preventivi, occorre ottenere le necessarie autorizzazioni e iscrizioni, nonché provvedere alla vidimazione del registro dei rifiuti, prima dell’avvio dell’attività. Richiedere le autorizzazioni in corso d’opera espone al rischio di sanzioni.

Le imprese la cui attività ha ripercussioni ambientali più rilevanti, come un industria energetica o chimica, può esserci l’obbligo di Autorizzazione integrata ambientale (AIA)

 Valutazione di impatto ambientale (VIA).

Aggiornato il 30/01/2019