Support for businesses, archive

In this archive section you will be able to find out the announcements and incentives that have already expired for the financing of the companies in Sardinia.

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Riserva da 200 milioni di euro per sostenere gli investimenti delle imprese italiane nei Balcani

Belgrado

Simest, la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti per l’internazionalizzazione delle imprese, ha attivato la nuova riserva da 200 milioni di euro per favorire gli investimenti italiani nell’area dei Balcani occidentali (Serbia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Albania, Montenegro, Macedonia del Nord – FYROM).

Le risorse sono trasmesse attraverso il Fondo di finanza agevolata 394/81 gestito in convenzione col ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

La liquidità è dedicata alle imprese con interesse diretto nell’Area, cioè a quelle imprese che esportano o importano dai Balcani occidentali o che sono presenti, direttamente o tramite la filiera, in questa regione.

L’agevolazione prevede l’applicazione di un tasso d’interesse particolarmente agevolato e una quota a fondo perduto fino al 10%. Inoltre, le imprese interessate ad accedere ai finanziamenti agevolati sono esentate dalla presentazione di garanzie.

Le risorse potranno essere utilizzate per sei differenti tipologie d’investimento:

  • Inserimento sui mercati;

  • Transizione digitale ed ecologica, con possibilità di destinare fino all’80% del finanziamento a spese per il rafforzamento patrimoniale;

  • Fiere ed eventi;

  • E-commerce;

  • Certificazioni e consulenza;

  • Temporary export manager.

Ricambio generazionale lento anche nelle imprese sarde

Ricambio generazionale

La maggioranza degli imprenditori è over 60. In Sardegna meno di una impresa su dieci passa il testimone a figli e collaboratori. Il ricambio generazionale è lento e non è sempre facile e indolore. Secondo l’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati ISTAT, tra il 2016 e 2022, le imprese sarde che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state il 7,7 per cento contro una media nazionale del 9,1 per cento. Al primo posto di una possibile graduatoria ci sta la provincia autonoma di Bolzano con l’11,9 per cento, all’ultimo posto il Lazio con il 6 per cento.

Ritornando alla Sardegna, sono ben 4.392 le imprese a conduzione familiare (con più di tre addetti) che possono essere interessate da un passaggio generazionale, il 23,9 per cento delle imprese familiari totali nella regione (18.309). L’isola è sesta nella classifica nazionale, preceduta da Basilicata, Sicilia, Molise, Liguria ed Emilia-Romagna. In Italia sono ben 227mila le microimprese interessate dal fenomeno su un totale di più di 777mila aziende controllate da persone fisiche o a conduzione familiare. Secondo l’analisi l’8,9 per cento delle imprese sarde pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’83.4 per cento non lo prevede nemmeno.

I giovani imprenditori, sempre di più, scelgono vie autonome piuttosto dell’azienda di famiglia. Il passaggio generazionale appare un cambiamento delicato anche in Sardegna, con il 51,3 per cento delle imprese controllate da persona fisica o famiglia che segnala la presenza di fattori di ostacolo, tra i quali prevalgono le difficoltà burocratiche, legislative e/o fiscali (17,2 per cento), le difficoltà nel trasferire competenze e/o contatti con clienti e fornitori (11,2) e difficoltà economiche e/o finanziarie (12,9); più contenuti i conflitti familiari (4,5) mentre l’assenza di eredi o successori interessati e/o qualificati si rileva nel 17,5 per cento dei casi. Infine, un dato importante. Tra le imprese sarde che hanno affrontato un passaggio generazionale negli ultimi anni è netta la continuità imprenditoriale in termini di proprietà. Il 93,1 per cento dei passaggi vede infatti il mantenimento e rafforzamento del controllo della famiglia proprietaria o controllante.
 

Tra il 2024 e il 2028 fabbisogno occupazionale delle imprese fino a quasi 4 milioni di lavoratori

Fabbisogno occupazionale delle imprese fino a quasi 4 milioni di lavoratori

L’aggiornamento di luglio del report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo dice chiaramente: nel quinquennio 2024-2028 il fabbisogno occupazionale delle imprese e pubbliche amministrazioni italiane potrà variare tra 3,4 e 3,9 milioni di occupati, a seconda dello scenario macroeconomico considerato. La maggior parte della domanda sarà determinata dalle necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro (pari al 78 per cento del fabbisogno nello scenario positivo e all’88 per cento in quello negativo), mentre la crescita dello stock occupazionale tra 2024 e 2028 sarà compresa tra 405mila e 832mila unità.

L’effetto positivo dell’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attiverà circa 970mila occupati. Le filiere maggiormente beneficiate saranno secondo le stime: “finanza e consulenza” (con il 23 per cento dell’impatto occupazionale complessivo del PNRR) e “commercio e turismo” (21 per cento).

Il fabbisogno occupazionale della Sardegna sarà di 113.500 unità, pari al 2,9 per cento del totale nazionale. Una stima particolare riguarda inoltre il fabbisogno di lavoratori immigrati da parte dei settori privati per il prossimo quinquennio: potrebbe arrivare fino a 640mila unità.

Infine, si prevede che il 37-38 per cento del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni per cui è richiesta una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM).
 

Stipendi, in Sardegna retribuzioni fra le più basse d’Italia

Soldi euro

La Sardegna si colloca al 15° posto nella classifica nazionale che riguarda gli stipendi, con una retribuzione media annua pari a 16.958 euro, una media di giorni retribuiti di 224,6, e una paga giornaliera pari a 75,49 euro. 

Un abisso rispetto alle regioni del nord Italia, secondo uno studio pubblicato dalla Cgia Mestre, basato sull’analisi di dati Inps.

A primeggiare è la Lombardia con una retribuzione media annua di 28.354 euro, una paga giornaliera media di 110,05 euro, e una media di giorni retribuiti pari a 257,8.

In coda alla classifica delle regioni figura la Calabria, con stipendi medi di 14.960 euro, una retribuzione media giornaliera di 68,76 euro e 217,6 giorni retribuiti in un anno. 

Fra le province sarde (secondo la vecchia divisione) la prima è quella di Cagliari, che si posiziona al 66° posto nazionale con una retribuzione media annua pari a 18.397 euro e una paga giornaliera pari a 78,19 euro. Segue Oristano (85° posto) con stipendio medio annuo di 16.453 euro e retribuzione giornaliera pari a 70,22 euro; Sassari (89°) con stipendio medio annuo di 15.978 e retribuzione giornaliera pari a 74,26 euro; Nuoro (102° e penultima nazionale) con 14.206 euro di stipendio medio annuale e 69,83 euro retribuzione giornaliera. 

Donne in attivo, il 18 settembre nuovo webinar sulla gestione dei rischi

Donne in attivo

È in calendario per mercoledì 18 settembre l’ultimo dei quattro appuntamenti formativi proposti dalla IV edizione di “Donne in attivo - La tua guida all’educazione finanziaria”, il progetto per supportare la crescita della “consapevolezza finanziaria” delle donne nella loro duplice potenziale esperienza di consumatrici e investitrici. L’iniziativa è finanziata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, realizzata da Unioncamere con la collaborazione del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e il supporto tecnico di Innexta e SiCamera.

Il progetto “Donne in attivo - La tua guida all’educazione finanziaria” consiste in una serie di webinar gratuiti, che hanno preso il via lo scorso 26 giugno. Questo del 18 settembre ha l’obiettivo di fornire gli strumenti per affrontare i principali rischi che le donne potrebbero dover affrontare nel corso della vita. Previsti quattro momenti: il risk management; i rischi maggiori a cui le donne possono essere esposte; strumenti a supporto della gestione dei rischi; testimonianza.

Accanto ai webinar, sarà sviluppato un laboratorio pratico. Con la partecipazione volontaria delle partecipanti al progetto, divise in gruppi, si approfondiranno gli aspetti teorici e pratici legati alla nascita ed allo sviluppo di un progetto imprenditoriale mettendo in pratica i concetti di educazione finanziaria appresi.

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Misura Africa, strumenti finanziari per l'internazionalizzazione delle imprese

Nuovi strumenti finanziari per l'internazionalizzazione delle imprese

È in calendario per mercoledì prossimo 11 settembre dalle 15 alle 16 il webinar gratuito rivolto a tutte le aziende sulle opportunità di internazionalizzazione delle imprese italiane nel continente africano. 
Un’occasione, anche per le imprese sarde, sviluppata nel quadro del progetto SEI - Sostegno all'Export dell'Italia, Unioncamere e Sistema camerale italiano, con il supporto di Promos Italia, che promuovono la nuova misura, rivolta soprattutto a pmi che puntano a entrare nel mercato dell’Africa. Le imprese possono così conoscere soluzioni per sviluppare nuove relazioni commerciali e consolidare la presenza in mercati di grande interesse per l'export italiano e che presentano numerose opportunità di business grazie alla crescente domanda di beni, servizi, tecnologie ed expertise italiane. 
Dopo i saluti introduttivi (a cura di Unioncamere e Promos Italia), a partire dalle 15,10 sarà presenta la nuova Misura Africa, finanziamenti agevolati per l'internazionalizzazione delle aziende italiane che hanno interesse ad internazionalizzarsi nel continente africano (a cura di Simest).

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Il panorama delle imprese artigiane in Sardegna: sfide e diversità territoriale

infografica imprese artigiane 2024

L’infografica sulle imprese artigiane in Sardegna ci offre uno spaccato interessante sul settore, rivelando sia segni di resistenza che alcune sfide da affrontare, con significative differenze tra le diverse aree dell'Isola.

Al 30 giugno 2024, la Sardegna conta 33.964 imprese artigiane attive, che rappresentano quasi un quarto (23,7%) del tessuto imprenditoriale dell'Isola. Questo dato sottolinea l'importanza cruciale dell'artigianato per l'economia regionale.

Tuttavia, il settore mostra segni di leggera contrazione. Rispetto all'anno precedente, si è registrato un calo dello 0,2%, con la perdita di 53 attività. Questo si inserisce in un trend più ampio: dal picco di 34.918 imprese nel 2018, abbiamo assistito a un declino graduale, interrotto solo da una breve ripresa nel 2021 e il 2022.

Un'analisi più dettagliata rivela interessanti disparità territoriali:

  1. Cagliari: Il capoluogo regionale mostra la situazione più critica, con una diminuzione dell'1,3% (173 imprese) rispetto al secondo trimestre 2023, e un calo dell'1,4% dall'inizio dell'anno.
  2. Nuoro: In controtendenza, l’artigianato nuorese registra una crescita dello 0,6% (+41 imprese) nel secondo trimestre e dello 0,4% dall'inizio dell'anno, dimostrando una certa vitalità del settore artigiano.
  3. Oristano: La provincia presenta il calo più marcato in termini percentuali, con una diminuzione del 3,6% (-87 imprese) rispetto al secondo trimestre 2023 e del 4,8% dall'inizio dell'anno.
  4. Sassari: Emerge come l'area più dinamica, con un aumento dell'1,2% (+142 imprese) rispetto al secondo trimestre 2023 e dell'1% dall'inizio dell'anno.

Evoluzione imprese artigiane attive

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Movimprese

Queste variazioni evidenziano come lo stato di salute del settore artigiano non sia uniforme in tutta l'Isola. Mentre alcune aree come Sassari e Nuoro mostrano segnali di crescita, altre come Cagliari e soprattutto Oristano affrontano difficoltà più marcate.

Nonostante queste fluttuazioni, il settore nel suo complesso mostra segni di resilienza. Dal 2018 al 2024, il numero di addetti è aumentato da 69.768 a 71.885, con un incremento di 2.117 unità. Questo indica che nonostante la diminuzione del numero di imprese in alcune aree, quelle esistenti stanno crescendo in termini di personale.

L'infografica sintetizza le informazioni chiave sulle imprese artigiane in Sardegna, offrendo una panoramica della situazione attuale e dell'evoluzione del settore negli ultimi anni.

Inflazione sotto controllo, la BCE tagli i tassi di interesse di 25 punti base

BCE

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, ossia il tasso mediante il quale orienta la politica monetaria. Inoltre, come annunciato lo scorso 13 marzo a seguito del riesame dell’assetto operativo, il differenziale tra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale sarà fissato a 15 punti base.

Il differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarrà invariato a 25 punti base. Pertanto, il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale sarà ridotto al 3,50%. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,65% e al 3,90%. Le modifiche entreranno in vigore il 18 settembre 2024.

“Sulla base della valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno compiere un altro passo nella moderazione del grado di restrizione della politica monetaria” spiega un comunicato della BCE.

I dati recenti sull’inflazione rispecchiano sostanzialmente le attese e le ultime proiezioni degli esperti della BCE confermano le prospettive precedenti. Secondo le previsioni l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.
L’inflazione dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui 12 mesi, per poi diminuire nella seconda metà del prossimo anno. 

Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, le proiezioni per il 2024 e il 2025 sono state riviste lievemente al rialzo, poiché i rincari dei servizi sono risultati maggiori delle aspettative. Al tempo stesso gli esperti della BCE continuano ad attendersi un rapido calo dell’inflazione di fondo, dal 2,9% di quest’anno al 2,3% nel 2025 e al 2% nel 2026.

L’inflazione interna resta elevata in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni sul costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione dell’aumento delle retribuzioni. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l’attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti. Le proiezioni degli esperti della BCE indicano un tasso di crescita economica dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, con una lieve revisione al ribasso rispetto alle proiezioni di giugno, principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri.

Taxi e Ncc, iscrizioni al registro RENT entro il 30 settembre

Taxi

Entro il 30 settembre 2024 Taxi e Ncc devono richiedere l’iscrizione al “RENT - Registro Elettronico NCC TAXI”.

Il RENT è il registro informatico pubblico nazionale delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi, o di autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente (NCC), con autovettura, motocarrozzetta o natante. Dal 9 settembre è possibile presentare la domanda di iscrizione al registro, che entra nella sua fase di prima applicazione.

Le modalità di accesso al RENT sono indicate in una circolare emanata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

L’istanza di iscrizione al registro deve essere presentata entro il 30 settembre 2024, dichiarando la sezione a cui ci si intende iscrivere - tra quelle per le abilitazioni relative ai taxi, agli NCC o ai natanti - e indicando i dati anagrafici e quelli relativi alle licenze o autorizzazioni. Entro 45 giorni dalla presentazione dell’istanza, e non oltre il 14 novembre 2024, il Mit concluderà la prima fase istruttoria, trasmettendo eventuali richieste di integrazione documentale. All’esito positivo della procedura di iscrizione, gli UMC o gli Studi di Consulenza Automobilistica rilasceranno un apposito tagliando alle imprese, che saranno definitivamente iscritte nel RENT a far data dal 2 gennaio 2025.

Fino a tale data, che segna il termine della fase di prima applicazione, potranno accedere al RENT: 

  • dal 9 settembre 2024, attraverso SPID livello 2 o CIE, le imprese esercenti il servizio di autotrasporto pubblico non di linea, previa presentazione di domanda da parte del legale rappresentante dell’impresa;

  • dal 16 settembre 2024, attraverso credenziali istituzionali, i soggetti muniti di delega per le cooperative di produzione e lavoro, le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale e i consorzi previsti dalla legge n. 21/1992, e gli studi di consulenza automobilistica di cui alla legge 8 agosto 1991, n. 264.

Il RENT, finalizzato a realizzare un quadro complessivo delle licenze e autorizzazioni Taxi ed NCC su tutto il territorio nazionale.


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Export, nel primo semestre 2024 decollano le vendite dalla Sardegna

Export

In controtendenza con l’andamento nazionale, nel primo semestre del 2024 la Sardegna ha registrato un forte aumento delle esportazioni (+18,8%) prima regione in Italia. Un exploit dovuto principalmente alle vendite di prodotti della raffinazione.

I dati diffusi dall’Istat dicono che Nel secondo trimestre 2024, rispetto al trimestre precedente, le esportazioni risultano pressoché stazionarie per il Nord-ovest (+0,2%) e il Nord-est (+0,1%), in aumento per il Centro (+1,1%) e in flessione per il Sud e Isole (-3,6%).  

Nel periodo gennaio-giugno 2024, la diminuzione su base annua dell’export nazionale in valore (-1,1%) è sintesi di dinamiche territoriali differenziate: il Nord-ovest (-3,5%), il Centro (-2,3%) e il Nord-est (-1,4%) registrano una flessione delle vendite all’estero, mentre si rileva una marcata crescita delle esportazioni per le Isole (+7,3%) e un aumento più contenuto per il Sud (+1,9%).  

Nei primi sei mesi del 2024, le flessioni tendenziali più ampie delle esportazioni riguardano Marche (-41,3%), Basilicata (-40,9%) e Liguria (-26,3%); mentre le regioni più dinamiche all’export sono Sardegna (+18,8%), Calabria (+18%), Molise (+14,2%), Campania (+8,8%) e Toscana (+8,7%).

Nello stesso periodo, la forte riduzione delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche contribuisce per 1,4 punti percentuali alla flessione dell’export nazionale; un ulteriore contributo negativo di 1,1 punti deriva dalle minori esportazioni di autoveicoli da Piemonte e Basilicata e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti da Lombardia e Veneto. All’opposto, l’aumento delle vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove (n.c.a.) dalla Toscana e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Campania e Lazio fornisce un impulso positivo di 2 punti percentuali.

Nel primo semestre, i contributi negativi più ampi alla flessione su base annua dell’export nazionale derivano dalla contrazione delle vendite delle Marche verso Cina (-94,9%) e Belgio (-55,8%), della Toscana verso la Svizzera (-64,8%), della Liguria verso gli Stati Uniti (-80,5%) e della Lombardia verso Germania (-6%), Stati Uniti (-5,7%) e Francia (-5,3%). Gli apporti positivi maggiori, invece, provengono dall’aumento delle esportazioni della Toscana verso Turchia (+275,8%) e Stati Uniti (+40%), della Campania verso la Svizzera (+63,6%) e del Friuli-Venezia Giulia verso gli Stati Uniti (+119,3%).