Lavoro, imprese in difficoltà con le assunzioni: mancano giovani e operai specializzati

Risorse umane

In Italia le imprese faticano a trovare giovani e operai specializzati da assumere. Il dato paradossale emerge dall’ultimo Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Secondo l’analisi dei dati rilevati ad agosto 2023, le assunzioni programmate sono 531.250. Rispetto a un anno fa l’incremento è stato dell’1,3%, mentre nel trimestre settembre-novembre è stato dell’1,9%.
Si registra un lieve incremento dell’industria, con +2,2% rispetto all’anno scorso. Nella manifattura il comparto più dinamico è quello del tessile, abbigliamento e calzature (+6,6%). Bene anche le costruzioni (+6,1%).

Complessivamente le assunzioni programmate nell’industria sono 159.400 nel mese considerato, 443.450 nel trimestre settembre-novembre 2023.

Ancora più basso l’incremento delle assunzioni nei servizi (+1,0%), con punte del 49,2% nei media e nella comunicazione e dell’11,1% nei servizi alla persona. Complessivamente le assunzioni programmate nei servizi sono 371.850 a settembre, di cui 111.210 nel comparto servizi alla persona e 988.810 nel trimestre settembre-novembre 2023.

Nel complesso sono le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) e le piccole imprese (10-49 dipendenti) a coprire completamente l’incremento complessivo di 7.010 unità delle assunzioni programmate rispetto al 2022 (rispettivamente, con +4.250 e +4.370 nel mese e +12.360 e +10.960 nel trimestre); mentre le microimprese (1-9 dipendenti) prevedono per settembre un calo delle assunzioni (-3.090 unità).
Cresce il ricorso alla manodopera straniera che passa da 95mila ingressi dello scorso anno, pari al 18,2% del totale delle entrate, agli attuali 108mila, pari al 20,4% del totale (+13mila contratti; +13,6%). A ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 35,2% delle entrate programmate è riservato a manodopera straniera) e i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,7%).
Per quanto riguarda i contratti offerti, quelli a tempo determinato rappresentano il 53% delle entrate previste; seguono quelli a tempo indeterminato (20%), quelli di somministrazione (11%) e di apprendistato (5%).
In questo scenario si delinea chiaramente la crescente difficoltà delle imprese ad assumere: a settembre il tasso ha raggiunto il 47,6% (51% con riferimento ai giovani). L’incremento è stato di 5 punti percentuali rispetto a un anno fa. Particolarmente critica è la ricerca degli operai specializzati (64,2%) e dei tecnici nell’area installazione e manutenzione (67,0%). Le figure più difficili da trovare sono gli attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (74,1% e un picco dell’87,7% nel Nord Ovest), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%, con un massimo nel Nord Est dell’80,9%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (73,1%, al 76,7% nel Nord Ovest) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%, ma fino all’81,5% nel Centro).

A livello territoriale sono le imprese del Nord Est a incontrare le maggiori difficoltà di reperimento (53,4%), seguite da quelle del Nord Ovest (47,4%), Centro (45,9%) e Sud e Isole (43,5%).

Per quanto riguarda la Sardegna, i dati del Bollettino dicono che la previsione in entrata per settembre 2023 è di 10.130 unità (+160 rispetto a settemn, con una difficoltà di reperimento pari al 52,9%. La previsione in entrata nel trimestre settembre- novembre 2023 è 29.120, con +930 rispetto allo stesso periodo del 2022.


Gli indirizzi di studio che nel mese considerato garantiscono gli esiti occupazionali migliori sono quello di insegnamento e formazione tra i percorsi universitari, quello di amministrazione, finanza e marketing per il diploma secondario e quello meccanico per la qualifica o diploma professionale: a settembre le assunzioni previste sono infatti rispettivamente 38.680, 39.380, 20.060. Previsti anche 6.000 assunti (1%) provenienti dagli ITS, mentre 155.810 (29%) sono le assunzioni programmate di lavoratori che hanno svolto soltanto la scuola dell’obbligo.