Iva, ricetta Ue per combattere frodi e aumentare riscossione: nel 2020 persi 93 miliardi, in Italia 26

Fatture elettroniche

L’Ue perde ogni anno una montagna di euro per la mancata riscossione dell’Iva. Nel 2020 gli Stati membri hanno perso 93 miliardi di euro, un quarto a causa delle frodi, l’Italia ne ha riscosso 26 miliardi in meno del dovuto. Per arginare questa emorragia di introiti, la Commissione europea ha proposto ieri una serie di misure per modernizzare e rendere il sistema dell'imposta sul valore aggiunto (Iva) dell'Ue più efficace per le imprese e più resiliente alle frodi mediante l'adozione e la promozione della digitalizzazione. La proposta mira, inoltre, ad affrontare le sfide nel settore dell'Iva poste dallo sviluppo dell'economia delle piattaforme.

Le azioni chiave proposte dalla Commissione aiuteranno gli Stati membri a riscuotere fino a 18 miliardi di euro l'anno in più di Iva e allo stesso tempo promuoveranno la crescita delle aziende, comprese le Pmi.

Il nuovo sistema introduce la comunicazione digitale in tempo reale ai fini dell'Iva basata sulla fatturazione elettronica, che fornirà agli Stati membri le informazioni preziose di cui hanno bisogno per intensificare la lotta contro le frodi dell'Iva, in particolare le frodi carosello. Il passaggio alla fatturazione elettronica contribuirà a ridurre le frodi Iva fino a 11 miliardi di euro l'anno e a ridurre i costi amministrativi e di conformità per gli operatori dell'Ue di oltre 4,1 miliardi di euro l'anno per i prossimi dieci anni. La riforma garantisce inoltre la convergenza a livello dell'Ue dei sistemi nazionali esistenti e spiana la strada agli Stati membri che intendono istituire sistemi nazionali di comunicazione digitale per gli scambi interni nei prossimi anni.

In base alle nuove norme, gli operatori dell'economia delle piattaforme in tali settori diventeranno responsabili della riscossione dell'Iva e del versamento dell'imposta alle autorità fiscali quando i fornitori dei servizi non lo fanno, per esempio perché sono una piccola impresa o un singolo fornitore. Oltre a fornire altri chiarimenti, questo garantirà un approccio uniforme in tutti gli Stati membri e contribuirà a creare condizioni di concorrenza più eque tra i servizi ricettivi a breve termine e i servizi di trasporto online e tradizionali. Semplificherà inoltre la vita per le Pmi, che altrimenti dovrebbero comprendere e rispettare le norme sull'Iva in tutti gli Stati membri in cui operano.

Sulla base del modello già esistente di “sportello unico per l'Iva” per le aziende di acquisti online, la proposta consentirebbe alle imprese che vendono a consumatori in un altro Stato membro di registrarsi una sola volta ai fini dell'Iva per tutta l'Ue e di adempiere ai loro obblighi in materia di Iva attraverso un unico portale online, in un'unica lingua. Secondo le stime, questa innovazione potrebbe far risparmiare alle imprese, in particolare alle Pmi, circa 8,7 miliardi di euro in costi amministrativi e di registrazione su un arco di dieci anni. Fra le altre misure per migliorare la riscossione dell'Iva rientra l'obbligo di introdurre lo sportello unico per le importazioni per talune piattaforme che agevolano le vendite ai consumatori nell'Ue.

Le proposte legislative saranno ora trasmesse al Consiglio per accordo e al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale per consultazione.