TARI e errori di calcolo, possibile chiedere il rimborso

Sacchi spazzatura

Il ministero delle Finanze con la circolare n. 1/DF del 20 novembre u.s. ha confermato che il modo corretto di calcolare la TARI, l’imposta sui rifiuti, non è quello che hanno adottato a partire dal 2014 diversi comuni italiani i quali, sommando la quota variabile dell’abitazione principale a quella di tutte le sue pertinenze (cantine e garage), hanno determinato un importo da pagare più alto del dovuto. Nella stessa circolare il MEF ha chiarito che il contribuente, nel caso in cui abbia riscontrato un calcolo errato «della parte variabile della tassa sui rifiuti», ha diritto di chiedere il rimborso al proprio Comune, e illustra le corrette modalità di calcolo, ammettendo l’errore e stabilendo quali sono le pertinenze e come vanno considerate nel computo del totale.

L’istanza di rimborso può essere presentata a partire dall’annualità 2014, anno in cui la TARI è stata istituita e non richiede particolari formalità, deve però contenere tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della TARI.

Per approfondimenti e ulteriori informazioni, vedi il documento allegato.