Nuove professioni: addetti agli itinerari e guide enogastronomiche

Gli operatori turistici hanno le idee chiare in merito agli ambiti su cui puntare per restare competitive: la tradizione e l’innovazione. Non è un ossimoro, ma una strategia basata su determinate figure professionali di cui spesso le imprese non dispongono e che, consapevolmente, sanno di dover inserire nell’organico per non perdere quote di mercato. 


A dirlo sono i dati dell’ultima indagine realizzata da ISNART coinvolgendo un panel di 1300 operatori della filiera turistica, dall’ospitalità al circuito dei viaggi organizzati, ad esperti e attori dell’indotto turistico.

Non deve stupire, infatti, che le figure professionali sul “podio” sono gli addetti alla pianificazione di itinerari personalizzati e tematici, le guide enogastronomiche e rurali (a pari merito con il 46% dei casi), nonché, le guide specializzate nell’artigianato tipico (29%). Queste tre professionalità si collocano tutte sotto il cappello della riscoperta del territorio e delle sue risorse, in una modalità assolutamente personalizzata ed unica. I turisti sono, ormai, bersagliati da proposte di escursioni e tour durante la vacanza, e dimostrano sempre più la necessità sia di personalizzare la loro esperienza, che di allontanarsi dai circuiti turistici tradizionali per poter raccontare qualcosa di diverso dal solito. 

Il turista vuole toccare con mano i saperi ed i sapori locali, scoprire le botteghe e conoscere i produttori.

Le imprese sanno che la chiave di lettura delle nuove strategie di posizionamento sul mercato turistico (nazionale ed internazionale) deve necessariamente riguardare la valorizzazione delle risorse di cui il territorio dispone da sempre, ma che sono state spesso sottovalutate a favore di politiche di attrazione di flussi turistici di massa verso destinazioni turistiche conosciute da tutti.

Il passo successivo, ad oggi, è la riscoperta dei piccoli borghi, delle aree rurali limitrofe alle metropoli, dei mercati di quartiere da vivere essi stessi come destinazioni di una esperienza da riportare a casa e raccontare.

Certamente chi lavora ogni giorno nel settore turistico sa perfettamente che tutto questo deve essere comunicato per essere attrattivo, soprattutto su nuovi target di domanda attraverso nuovi strumenti. Ed ecco che le professioni di cui le imprese non potranno fare a meno - per restare competitive – si occupano di promo-commercializzazione online.

In prima linea i web content specialist, vale a dire coloro che curano i contenuti presenti nel sito web aziendale e sui social media in modo da rendere visibile sulla vetrina della rete i servizi e l’offerta dell’azienda (26,5%). Ad un passo, i community manager, fondamentali nella gestione delle relazioni con i clienti e gli utenti online, grazie all’utilizzo di un linguaggio e di un registro adatto alla comunicazione sul web (20%). Quasi a pari merito troviamo i professionisti della notorietà online, i reputation manager, che curano l’immagine e, appunto, la reputazione dell’azienda e del brand, monitorando e mediando le recensioni dei turisti, nonché, facendo un costante screening di ciò che si dice (o non si dice) dell’offerta turistica proposta dall’azienda (19%).

Non è da sottovalutare, poi, la figura del E-Commerce manager, soprattutto per quelle imprese che vogliono vendere un prodotto via web (16%). Avere uno spazio dedicato e che permette con un click di farsi recapitare, ad esempio, un prodotto tipico locale, può essere un buon biglietto da visita anche per una struttura ricettiva o una agenzia di viaggio.

In termini di target di clientela, infine, la personalizzazione del servizio serve anche a facilitare la vita dei genitori in vacanza, con il personale addetto all’assistenza ed intrattenimento dei bambini che si colloca tra i “must” di cui disporre per restare ben saldi sul mercato (15%). Lo stesso vale per chi vuole rimettersi in forma in vacanza con un consulente del benessere (15%), o per i turisti senior che cercano occasioni di intrattenimento altamente personalizzate (11%). Non mancano, inoltre, i servizi aggiuntivi rivolti ai turisti che portano con sé animali domestici di piccola taglia (oltre l’8%) e a chi vuole dedicare tempo allo shopping accompagnato da uno specialista della moda e del design (4%). 

Va sempre più di moda sposarsi in luoghi esclusivi, non solo per la lussuosità del contesto, ma per la particolare ambientazione del luogo. Non può mancare, quindi, il servizio fornito da un wedding planner personalizzato! A dirlo è il 3,4% degli operatori.

Detto ciò, i servizi fruibili dal turista (come gli itinerari, l’intrattenimento o comfort aggiuntivi) dovrebbero essere gratuiti o a pagamento per i clienti? Nella metà dei casi gli operatori della filiera turistica ritengono che il valore aggiunto si trovi nell’offrire al cliente un servizio che non gravi sul costo della vacanza, a vantaggio della differenziazione e personalizzazione dell’offerta turistica e della qualità del servizio come leva di competitività rispetto alle altre imprese.

Insomma, una schiera di professioni – e di servizi – da tenere sott’occhio (sia per le imprese che per chi vuole lavorare nel settore turistico) per delineare o potenziare le strategie di sviluppo imprenditoriale e territoriale a più livelli, puntando sulla qualità (al giusto prezzo).

Fonte: http://www.impresaturismo.it