Crowdfunding in Italia in continua crescita

Il termine Crowdfunding trae la propria origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Il crowdfunding si può riferire a iniziative di qualsiasi genere, dall'aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all'arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all'imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. Il crowdfunding è spesso utilizzato per promuovere l'innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere tradizionali dell'investimento finanziario.

Negli ultimi anni sempre più spesso il crowdfunding è stato invocato come una sorta di panacea per tutti i mali e un'ancora di salvezza per le economie colpite dalla crisi finanziaria.

Nella rete questo tipo di finanziamento può essere utilizzato da musicisti, registi, documentaristi, scrittori, programmatori di videogiochi, ricercatori indipendenti; ad essere coinvolti dal fenomeno sono decine di migliaia di progetti all’anno, che nelle piattaforme di crowdfunding trovano una maniera che permette loro di creare attenzione attorno alle loro idee.

La più importante piattaforma crowdfunding italiana si chiama Eppela, e negli Stati Uniti, grazie a piattaforme come Kickstarter e Indiegogo, la modalità di finanziamento dal basso di prodotti creativi si è diffuso negli ultimi anni fino ad arrivare a creare un movimento di milioni di dollari su progetti e idee di singoli, offrendo così una potenziale e valida alternativa ai metodi di finanziamento tradizionali.

Le cose si muovono anche da noi anche se sono ancora in molti — sia nel pubblico che negli addetti ai lavori — a non avere compreso la potenzialità e il crescente interesse del mercato italiano del crowdfunding, che con oltre 60 piattaforme di ogni tipo e ormai quasi 10 anni di esperienza, sta tentando di proporre ad artisti e creativi di ogni genere una valida alternativa di finanziamento e produzione.

Uno degli attori principali dello scenario italiano del crowdfunding si chiama Eppela e ha 4 anni di vita. Eppela si definisce come un crowdfunding reward based generalista. Il che significa che, come Kickstarter, si basa sulla logica del “tutto o niente”, lavorando sul raggiungimento completo del budget che può essere riscosso soltanto a obiettivo raggiunto.

Nel primo anno e mezzo di attività Eppela ha generato 150mila euro di investimenti sui progetti, una cifra molto bassa. Dal 2013 le cose sono cambiate, anche grazie al cambiamento del sistema di pagamento, che si è allargato anche alle carte di credito. Così, nel 2013, gli investimenti hanno raggiunto circa 1 milione e mezzo di euro e nel 2014 c’è stata un’ulteriore crescita sino ai 10 milioni di investimenti, con un ottimo tasso di crescita, il cui trend si è confermato nel primo quadrimestre del 2015 con una raccolta di quasi 7 milioni.

Tratto da: Sociale.it