Un’azienda “speciale” come i suoi clienti, la storia di Dialog Ausili Medicali

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Un’azienda “speciale” come i suoi clienti, la storia di Dialog Ausili Medicali

«Comunicare è un diritto inalienabile dell’essere umano». Dialog Ausili Medicali è un’azienda che ha fatto di questo motto il suo marchio di qualità. Una realtà nata in fase embrionale a Marrubiu (OR) nel 2009 (effettivamente attiva l’anno successivo, nel 2010) grazie alla sinergia tra due società con esperienza nella Domotica verticalizzata alla disabilità e della Assistive Technology. Obiettivo iniziale: creare il primo dispositivo medico per bambini autistici. «È nato così Dialog 1.0, presentato nel 2012 alla Exposanità di Bologna, la più importante Fiera internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza ­– spiega uno dei responsabili, Andrea Basciu –.  Con nostro stupore abbiamo ottenuto un successo importante, catalizzando l’attenzione di tutti gli operatori del settore. Nel nostro piccolo stand si era creata una lunga fila poter vedere i nostri ausili. Da quel momento importanti aziende si sono interessate a noi». Il passo per creare una solida rete commerciale è stato breve e Dialog Ausili è diventata la prima azienda italiana ad aver prodotto dispositivi medici ed elettromedicali per la comunicazione, per la mobilità. Gli Ausili, harware e software, servono per compensare deficit temporanei o permanenti del linguaggio espressivo o per garantire l’uso agevolato per persone con scarse abilità motorie.

«Avevamo realizzato – prosegue Basciu - un primo tablet dinamico che serviva per permettere a bambini con deficit verbale di poter comunicare attraverso le immagini e attraverso un touch screen. Allora avere un tablet che rispondesse a determinate caratteristiche non era così normale (ad esempio un tablet infrangibile, con una sintesi vocale in grado di riprodurre quello che il bambino andava a selezionare all’interno delle strutture comunicative, un software fatto per la comunicazione). C’è stato un grande successo e da lì è nata la diffusione di questo dispositivo».

Quanto e come sono cambiati la sua mission e il suo core business?

Abbiamo costruito una nostra rete commerciale, quindi ci siamo presentati in tutta Italia con i nostri agenti. È stato veramente difficile, perché bisognava creare cultura, visitare tutte le aziende. È stato dunque dispendioso dal punto di vista degli investimenti. Nel 2013 si è interessata a noi una multinazionale, la Sapio Life, una importantissima azienda che si occupa di dispositivi medici per la disabilità. Abbiamo dunque iniziato un percorso di sviluppo dell’azienda, introducendo e ingegnerizzando nuovi prodotti. Il primo fra tutti è quello per i pazienti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), dunque oltre alla sezione dedicata ai dispositivi medici per pazienti con deficit cognitivi, è stata introdotta una nuova linea di produzione funzionale per pazienti con deficit motori».

 

Quali sono, a suo parere, i miglioramenti da attuare per le aziende sarde?

Bisogna dare più credito alle aziende sarde, a volte sono molto valide ma, a torto, vengono sottovalutate. Il 39% dei pazienti in Italia acquistano i nostri prodotti, in Sardegna solo il 22%. La Sardegna non ha influito sui risultati, il nostro mercato è orientato in tutta Italia e puntiamo alla Cina.

 

I livelli occupazionali sono stabili o in crescita?

Sono in crescita. Dal punto di vista occupazionali abbiamo dodici unità.

Quali sono i vostri obiettivi a breve, media, lunga durata?

Siamo in una fase di internazionalizzazione e a tal proposito la Regione Sardegna è stata importante, perché ci ha dato l’opportunità di poter “aggredire” meglio quelli che erano i nostri Paesi di atterraggio all’estero. Dunque questo è stato un incentivo decisamente funzionale all’espansione di un’azienda sarda. I tempi sono cambiati, oggi è più semplice internazionalizzare perché ci sono i mezzi e le risorse e la Regione Sardegna, attraverso gli incentivi che aiutano a partecipare ad avvenimenti all’estero, a far conoscere il prodotto all’estero, dunque aiutano ad internazionalizzare la tua azienda questo per un’azienda sarda è fondamentale, anche perché sono convinto che qui in Sardegna ci siano delle eccellenze veramente importanti e devono essere conosciute all’estero. La crescita è un  altro obiettivo, noi siamo presenti in mercati come la Cina, apriremo altri mercati in Europa. I nostri software sono in cinque lingue, dunque possono essere acquistati in tutta Europa.

 

Argomenti
Formazione e risorse umane, Piccole e medie imprese, Ricerca e innovazione
25/03/2018