Savoiardone, quel sapore "Tipico" che racconta la Sardegna nel mondo

Browse
Savoiardone, quel sapore "Tipico" che racconta la Sardegna nel mondo

Ci sono sapori che sanno di Sardegna. Già al primo assaggio, alcuni prodotti della tradizione gastronomica isolana richiamano esperienze già fatte, che coinvolgono tutti i sensi e trasformano la scoperta della cucina e dell’industria alimentare sarda in un viaggio emozionale. In questo ambito, giocano sicuramente un ruolo da protagonista i prodotti della tradizione dolciaria. Tra questi, c’è anche il savoiardo sardo, il prodotto su cui si è particolarmente specializzata “Tipico”, l'azienda di Fonni che anche grazie al supporto delle iniziative dell’assessorato regionale dell’Industria si apre sempre più ai mercati internazionali. Mario Masini, socio e amministratore dell’azienda, ha raccontato a Sardegna Impresa qualche dettaglio di questa esperienza di successo.

Cos’è “Tipico”? Cosa fa?

È un’azienda specializzata nella produzione di prodotti da forno, in particolare del savoiardo sardo, il “Savoiardone Tipico”, che un tempo si realizzava per le feste e le occasioni particolari e ora è diventato un prodotto di largo consumo.

Quanto e come sono cambiati la sua mission e il suo core business?

Da quando l’azienda è nata sono già passate due generazioni e ora siamo alla terza. Siamo nati per fare i biscotti per le feste e le cerimonie. Oggi invece puntiamo al pubblico nazionale e internazionale con un prodotto di largo consumo per la colazione e la preparazione di dolci come il tiramisù.

Qual grado di innovazione avete raggiunto sul piano tecnologico, organizzativo e comunicativo? Quanto e come ha influito sui vostri risultati?

Siamo molto attenti alla tradizione, ma questo non ci ha impedito di perseguire l’innovazione tecnologica dell’azienda, anche al fine di standardizzare l’alta qualità delle produzioni in base alle richieste del mercato, automatizzando le fasi ripetitive della realizzazione. Il prodotto è rimasto lo stesso che facevano i nostri genitori, ma usiamo braccia meccaniche e automatismi che non ne modificano in nessun modo la qualità.

Quanto è radicata quest’azienda nel territorio, in termini sociali ed economici?

Ha un ruolo importante per la qualità della vita della comunità, perché dà lavoro a una ventina di persone. E poi siamo fortemente legati alla Sardegna e alla sua immagine: esportiamo un prodotto, ma promuoviamo anche il territorio, l’isola, in Europa e nel mondo.

I livelli occupazionali sono stabili o in crescita? Confidate che le strategie elaborate più di recente possano favorire ulteriormente la crescita degli occupati?

Al momento sono stabili, ed è già una conquista.

Investire in Sardegna è un plusvalore?

Essere in un’isola crea alcuni limiti, ma il suo ambiente è sicuramente un plusvalore. I nostri prodotti vengono dalla terra, il fatto che il Savoiardone Tipico sia realizzato in Sardegna è per noi un punto di forza. Per esempio, il nostro ingrediente principale sono le uova, e noi – salvo casi straordinari di mancanza di materia prima – utilizziamo uova provenienti da allevamenti sardi, prevalentemente di Fonni.

E quali sono invece gli aspetti da migliorare?

I trasporti. L’isola ha i suoi vantaggi, ma per noi il trasporto delle merci ha costi superiori rispetto a quelli dei nostri competitor nazionali.

Che obiettivi ha Tipico a breve, media e lunga durata?

Abbiamo raggiunto alti standard qualitativi e ottenuto le certificazioni più importanti, puntiamo a incrementare le vendite e assumere nuovi dipendenti.

Potreste essere d’ispirazione per altri, fino a creare un vero e proprio distretto? È realistico?

Certamente. Una realtà in cui si lavora, in cui si presta attenzione alla comunità locale e ai suoi componenti, può ispirare altre realtà, può essere uno stimolo per altri. Ad esempio, nel nostro territorio le uova vengono prodotte da trent’anni, l’esigenza di produrne così tante è nata in seguito, sulla scia della nostra crescita, e questo ha già innescato un processo di filiera. Alcune aziende hanno aperto per fornire uova alla nostra impresa. E così è stato per gli scatolifici e gli imballaggi. Ci vuole creatività, ci vuole attenzione. Ma per chi ha la volontà di intraprendere, la possibilità di creare è concreta.

Le politiche della Comunità europea, del governo e della Regione sono un’opportunità? Cosa deve fare chi iniziare per non farsele sfuggire?

Come già detto, chi vuole fare impresa deve essere creativo e volenteroso. E anche attento, perché sicuramente i finanziamenti provenienti dalle politiche comunitarie, nazionali o regionali può servire da stimolo per gli investimenti.

Argomenti
Internazionalizzazione ed export
24/02/2018