Phareco, il frutto della ricerca è "essenziale"

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Phareco, il frutto della ricerca è "essenziale"

Da componenti di una categoria disagiata, particolarmente fragile, a protagonisti di una storia imprenditoriale di successo, che premia gli sforzi e la scommessa di una ricercatrice e imprenditrice sarda ma valorizza il territorio, i suoi prodotti e, soprattutto, la sua gente. È la storia insolita di Phareco, acronimo di Pharmaceutical Research Cosmetic, una srl fondata da Grazia Fenu, medico, anatomista e anatomopatologa, che lavora al Dipartimento di Scienze biomediche e nell’Unità operativa di Anatomia patologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. «Siamo partiti nel 2013, stimolati da un bando della Regione Sardegna che sosteneva iniziative imprenditoriali volte a implementare l’utilizzo delle specie vegetali in Sardegna», racconta il medico nei suoi nuovi panni di imprenditrice.

«Sempre dalla Regione arrivavano input in favore di progetti di ricerca e di lavoro che coinvolgessero le classi più disagiate», prosegue Grazia Fenu. Ovviamente, all’appuntamento col suo destino da imprenditrice è arrivata con un’idea di base già in mano. «Per passione e per curiosità scientifica avevo partecipato a delle approfondite ricerche sulle potenzialità della pompia, un frutto endemico della Sardegna, in particolare della regione storica della Baronia e della città di Siniscola», ricorda la dottoressa. «Dopo aver preso contatto col Comune di Siniscola ho realizzato che niente succede mai per caso – dice – perché ho scoperto che i campi di pompia più grandi e col maggior numero di piante erano coltivati da una cooperativa dedita all’inserimento lavorativo di soggetti diversamente abili ma dotati di straordinaria forza fisica».

Fino a quel momento l’idea aveva mosso i suoi passi dentro un processo di accompagnamento che aveva permesso al gruppo di studio capitanato da Grazia Fenu di rendersi conto delle possibilità di trasformare una ricerca in un business. «Nel 2012 abbiamo partecipato al contest “Start Cup”, promosso dall’Università di Sassari – spiega la ricercatrice – siamo arrivati alle finali regionali, dove ci siamo confrontati con le idee d’impresa promosse dall’Università di Cagliari, e addirittura siamo arrivati alla fase nazionale, a Bari».

Dopo l’accordo stretto con la Asl di Nuoro, il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari e il Comune di Siniscola, quell’idea si è materializzata e Phareco è diventata un’azienda che produce dalla pompia un olio essenziale dalle straordinarie proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche. Da lì i passi sono stati rapidi. «Nel 2014 Phareco è diventata una spin off universitaria e nel 2015 una startup innovativa – riferisce ancora Grazia Fenu – ora siamo iscritti alla Camera di Commercio di Sassari e siamo una bella realtà». Oltre al gruppo di ricerca e ai ragazzi impegnati nei campi, di recente Phareco ha assunto due persone che si occupano di scorzare la pompia.

Nel frattempo è arrivata anche la risposta del mercato. «Dal luglio dello scorso anno il nostro olio essenziale è inserito in una linea di prodotti cosmetico-medicali “PMed”, prodotti e distribuiti da “3D Italia”», dice l’imprenditrice. «Da quando è iniziata questa avventura, Phareco è già in più di 130 punti vendita sparsi per l’Italia, a iniziare dalla la Sardegna», sottolinea con una punta di orgoglio ampiamente giustificato. Phareco e Università di Sassari hanno brevettato l’olio di pompia, ma Grazia Fenu non intende certo fermarsi qui. «In questa ricerca, oltre ad aver valorizzato l’olio essenziale, abbiamo iniziato e estrarre la scorza – continua – gli studi sulla parte bianca del frutto ci indicano che si tratta di un ottimo coadiuvante per i regimi alimentari ipocalorici, e così abbiamo iniziato le operazioni di brevetto».

Senza perdere mai la curiosità. «Ci vuole dedizione, fare ricerca non è semplice, ma per un medico, come me, mettere su una srl è stata veramente un’impresa», dice col sorriso. «Ci si addentra in una realtà dalla quale prima si era staccati, non è semplice ma con l’impegno si può fare – aggiunge – e spero che il nostro esempio possa stimolare altri a realizzare le proprie idee». Altra regola, non trascurare mai l’impatto sociale di una iniziativa. «Siamo felicissimi di quello che facciamo, e ora siamo pronti per aderire al progetto della Camera di commercio per l’alternanza scuola-lavoro – annuncia Grazia Fenu – vogliamo offrire la possibilità ad altri studenti di conoscere questa realtà che intanto si è insediata a Truncu Reale, all’interno del Consorzio industriale provinciale».

La valorizzazione del patrimonio vegetale, la collaborazione con la comunità locale, la possibilità di aiutare persone che hanno meno opportunità a sentirsi attive, vive e protagoniste di una storia di successo, la creazione di lavoro, la promozione della ricerca e della “curiosità”. Ma ci sono anche alcuni aspetti che andrebbero rivisti. «Le idee hanno bisogno di viaggiare ad alta velocità – conclude Grazia Fenu – mentre a volte la burocrazia ha ritmi un po’ più lunghi».

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Ricerca e innovazione
13/02/2018