Export, la sfida di Sorso e Sennori al mercato internazionale è un piccolo "assaggio" di Sardegna

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la rosa bianca

Un piccolo amaretto, un minuscolo assaggio di Sardegna, in confezione monodose, va alla conquista dei mercati. Grazie anche alle politiche e alle iniziative a sostegno dell’internazionalizzazione a opera dell’assessorato regionale dell’Industria, prende forma la grande scommessa di un laboratorio dolciario artigianale di Sennori e di una società di Sorso che si occupa di commercializzazione – soprattutto all’estero – di prodotti dolciari e da forno. SardegnaImpresa ha raccolto la testimonianza di questa storia di successo direttamente dai due protagonisti. Si tratta di Gavino Zene, titolare della società “Il giglio – Dolci di Sardegna” di Sennori, e Giuseppe Sanna, fondatore della ditta individuale “La rosa bianca – La fragranza nella mia terra” di Sorso. Il primo successo dell’iniziativa è proprio quello di aver messo insieme due realtà provenienti da due paesi confinanti e animati da una forte rivalità. «Se non si superano questi ostacoli, non si ha alcuna possibilità di crescere, è ora di andare oltre i campanili, se davvero si vuole provare a esportare la Sardegna serve fare rete, fare sistema, creare alleanze e superare vecchie chiusure e antichi retaggi che oggi sono solo folcloristici», è la premessa dei diretti interessati.

«“Il giglio – Dolci di Sardegna” è un laboratorio dolciario artigiano che porta avanti la tradizione di famiglia nella produzione di dolci tipici sardi», racconta Gavino Zene. I suoi soci sono i suoi familiari, ma grazie alla determinazione e all’insistente lavoro sulla qualità non può essere certo considerata un’azienda a conduzione familiare. «Oggi abbiamo un laboratorio di 400 metri quadrati e otto dipendenti, durante il periodo dei picchi produttivi, compreso tra maggio e ottobre, aumentano», prosegue. «Ci siamo sempre occupati di dolceria secca, di prodotti da forno e di catering dolci e salati – va avanti Zene – sia al dettaglio, come artigiani, che tramite altri esercenti». I prodotti di “Il Giglio – Dolci di Sardegna” è possibile acquistarli dal punto vendita attiguo al laboratorio, ma sono distribuiti da una rete di piccoli esercenti che si estende almeno a tutto il Nord Ovest Sardegna e comprende anche alcuni centri commerciali, come nel caso di Porto Torres.

«“La rosa bianca – La fragranza nella mia terra” è un marchio registrato, una ditta individuale che si occupa di commercio all’ingrosso di prodotti dolciari e da forno, fortemente orientata all’internazionalizzazione», spiega Giuseppe Sanna, che per prima cosa ha contribuito a dare maggiore impulso all’e-commerce per la commercializzazione dei prodotti tradizionali tipici sardi dell’azienda sennorese, stimolando i titolari a guardare insieme a lui anche oltre i confini territoriali, regionali e nazionali.

Dall’incontro tra Gavino Zene e Giuseppe Sanna è nata per prima cosa una bella amicizia, che coinvolge anche le rispettive famiglie. «È stato un vero e proprio incontro, una occasione di amicizia tra persone che condividono la stessa visione del mondo – raccontano i diretti interessati – e un’idea di impresa fondata sugli stessi principi di solidarietà». Perché Gavino Zene e Giuseppe Sanna sono convinti che anche negli affari «oltre alla testa si debba usare anche il cuore». Ovviamente, però, comanda la testa. E la loro alleanza nasce da un ragionamento molto semplice. «Negli anni abbiamo assistito alla contrazione del mercato, oggi come oggi c’è sin troppa concorrenza e chi sceglie di salvaguardare la qualità e la genuinità dei prodotti artigianali deve fare i conti con un’invasione di merce che costa di meno», spiega Zene. Ciononostante, «i nostri clienti ci hanno sempre continuato a seguire, a comprare e a volere solo i nostri prodotti – aggiunge – e questo ci ha consentito di resistere».

Solo che nel frattempo quell’amicizia aveva messo in moto qualcosa di più grande, perché sopravvivere non era nelle ambizioni di nessuno dei due soci. «Abbiamo pensato che la qualità di un prodotto tipico, realizzato con metodi artigianali e ingredienti tradizionali, mai sostituiti da palliativi commerciali meno costosi, potesse attrarre il settore del luxury», dicono Gavino Zene e Giuseppe Sanna. «Così abbiamo pensato un prodotto che esprime identità, rivisitato in chiave moderna per aprirsi al mercato dell’internazionalizzazione luxury».

Il risultato è un piccolo amaretto in confezione monodose, senza glutine e senza conservanti aggiunti. «Ma puntiamo a una selezione di prodotti d’eccellenza, di sapori autentici che sappiano regalare piccole ma intense emozioni in cui sia riconoscibile il sapore e il ricordo della Sardegna – dicono – non per nulla altre idee sono già allo studio, si stanno sperimentando altri prodotti tipici della dolceria sarda». “Il Giglio – Dolci di Sardegna” si è occupato ovviamente degli aspetti produttivi. «Dal punto di vista operativo questa idea ha reso necessaria una riorganizzazione produttiva, a partire dalla selezione di materie prime adatte a una ricetta che non sconfessasse la nostra fedeltà alla qualità e alla genuinità, ma che allo stesso tempo assicurasse fragranza e freschezza nel lungo periodo, in maniera naturale, senza conservanti, a un prodotto destinato a viaggiare di più di quelli che produciamo di solito». Questo ha comportato anche investimenti significativi «per inserire nel laboratorio i macchinari per la produzione e il confezionamento del nuovo prodotto».

“La rosa bianca” si è occupata degli aspetti legati alla commercializzazione, al marketing, allo studio del confezionamento, alla realizzazione di linee regalo per la ristorazione, la caffetteria e le strutture alberghiere, ma anche alle ordinarie linee di distribuzione. Ma sul mercato globale non si può improvvisare, ci si prepara. «Tramite Confartigianato abbiamo partecipato a tre corsi dedicati all’internazionalizzazione, al packaging, all’approccio ai mercati esteri», raccontano i protagonisti. «Poi sono arrivate le iniziative della Regione, alcune delle quali a valere sui fondi POR FESR 2014 - 2020, da Real Italian Wine&Food a ExportLab, da Export Sud II ad altri workshop agroalimentari in giro per il mondo – spiegano – dove abbiamo potuto constatare che la formula degli incontri b2b funziona, consente di instaurare un rapporto diretto».

L’attività ha chiuso il primo anno in pareggio, e che questo è evidentemente un risultato straordinario. «Abbiamo avuto solo una stagione per testarci, quindi anche meno di un anno – rivelano – ma il nostro prodotto è stato molto apprezzato dai principali alberghi della Costa Smeralda, ma anche in Belgio e a San Pietroburgo». La speranza è che questa scelta fatta con la testa e anche col cuore, col desiderio di fare qualcosa assieme e di farla anche per il bene del territorio, possa crescere ancora, produrre occupazione, portare benessere nel territorio della Romangia, che comprende Sorso e Sennori, ma non solo. «Ovvio, puntiamo alla crescita del fatturato e dei livelli occupazionali – concludono – abbiamo un business plan che prevede entro tre anni di raggiungere con l’amaretto da esportazione lo stesso fatturato realizzato storicamente con le attività del laboratorio». Significherebbe trovarsi davanti alla possibilità di scegliere: occuparsi solo di questo o raddoppiare il numero degli occupati e far crescere la struttura. L’internazionalizzazione è una sfida, ma se accanto si hanno degli amici è più semplice.

Argomenti
Internazionalizzazione ed export
10/04/2018