Edilizia: aumento dei costi dei materiali, il Codice dei contratti pubblici si adegua

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Il Codice dei contratti pubblici cambia per adeguare i prezzi di aggiudicazione ai costi dei materiali e per la determinazione dei prezzi posti a base degli appalti. Le modifiche sono state introdotte dal decreto legge n.4/2022, che tiene conto anche alla luce dell’andamento eccezionale dei costi dei principali materiali da costruzione. In primo luogo, viene stabilito che il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mims), sentiti l’Istituto nazionale di statistica e il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, previa intesa della Conferenza Stato-Regioni, definisca gli standard da utilizzare per definire i prezzari regionali utilizzati dalle stazioni appaltanti come base di riferimento per i valori degli appalti pubblici. Inoltre, l’Istat procederà al calcolo, su base semestrale, delle variazioni dei prezzi dei materiali più rilevanti per l’esecuzione delle opere pubbliche, le quali verranno recepite dal Mims come riferimento comune per le diverse stazioni appaltanti.

Viene poi modificato il meccanismo di ripartizione dei benefici e degli oneri derivanti da aumenti dei prezzi dei materiali che intervengono dopo l’aggiudicazione dell’appalto. In particolare, in presenza di variazioni annuali dei costi dei materiali superiori al 5% (non più del 10%), la parte eccedente tale percentuale sarà assorbita per l’80% (non più 50%) dalle stazioni appaltanti. Analogo meccanismo viene previsto in caso di riduzione dei costi dei materiali. Inoltre le stazioni appaltanti sono obbligate a inserire nei documenti di gara la clausola di revisione dei prezzi, finora facoltativa.

Argomenti
Agevolazioni imprese
11/02/2022