AeroNike, il futuro delle città e la sicurezza dell'ambiente si pianificano dall'alto

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AeroNike, il futuro delle città e la sicurezza dell'ambiente si pianificano dall'alto

A volte la tecnologia è capace di sfatare miti e luoghi comuni. Per esempio, spesso si contesta alla politica di calare le decisioni dall’alto. Ora, invece, grazie allo sviluppo del cosiddetto “lavoro aereo” e in particolare dell’aerofotogrammetria, questioni centrali come lo sviluppo urbano, la pianificazione strategica, la prevenzione idrogeologica o da altri fenomeni naturali, la lotta all’abusivismo, sono affidate all’aerospazio. Dall’alto dei cieli sardi, c’è un mondo che osserva, monitora, costruisce modelli utili per sminuzzare la realtà e consentire ai decisori pubblici e ai professionisti della pianificazione di compiere scelte più aderenti ai bisogni del territorio. Può sembrare un paradosso, ma è così: le scelte principali per una comunità oggi sono calate dall’alto, ma questo non è più un fatto negativo. Protagonista di questo particolare segmento delle attività aerospaziali è AeroNike, società sarda che può essere considerata pioniera nel settore. A raccontarla è il suo amministratore, Riccardo Faticoni.

«Aeronike è nata nel 1966 da un’idea del comandante Lelio Zonchello, un vero pioniere del lavoro aereo», racconta Faticoni. «AeroNike ha cominciato con lo spargimento di sostanze per l’agricoltura, poi ha percorso la moda degli striscioni aerei, come quelli che venivano fatti passare sullo stadio del Cagliari a fini promozionali», dice. Lelio Zonchello, sedilese, aveva due grandi passioni: il volo e i cavalli. «Si costruì una bellissima casa con maneggio sulla laguna di Santa Gilla, a ridosso dell’aeroporto – continua Faticoni – e decise di insistere sulle attività aeree, che all’epoca stavano praticamente nascendo». Fu così che «alla fine degli anni Settanta l’AeroNike ha iniziato a occuparsi di aerofotogrammetria».

Per i non addetti ai lavori e semplificando all’estremo, l’aerofotogrammetria è quell’insieme di attività che consentono di effettuare rilievi sul territorio dall’alto. «Satelliti, droni e aerei – spiega Riccardo Faticoni – e noi ci siamo concentrati soprattutto su questi ultimi». Piccolo ripasso di storia aziendale, «nel 2004 l’AeroNike è stata acquistata dalla Faticoni spa – ricorda l’attuale amministratore – me ne sono sempre occupato io e alla fine mi sono reso indipendente dall’azienda di famiglia». Già dal 2004, in ogni caso, «AeroNike si è concentrata sull’aerofotogrammetria, cercando di innovare e di esplorare le straordinarie potenzialità di questo settore».

Oggi AeroNike svolge la propria attività di monitoraggio attraverso una flotta di quattro P68. Sono aerei monoplano, bimotore, a due pistoni, da turismo e da osservazione. «Sono un’eccellenza italiana, il loro progetto è del 1968 ma hanno delle specificità tecniche che li rendono competitivi a livello internazionale, infatti sono venduti in tutto il mondo – riferisce Faticoni – li produce la Vulcanair di Casoria, che ha raccolto l’eredità di Partenavia». Il loro utilizzo è perfetto per le attività di AeroNike, che si concentra soprattutto su «monitoraggio per la programmazione del territorio in vari ambiti, da quello urbanistico alla prevenzione di abusi edilizi, dal monitoraggio ambientale alla sicurezza».

L’azienda «dal 2011 è cresciuta parecchio perché abbiamo iniziato una commessa per una società americana – racconta ancora l’ad – abbiamo volato sulle 150 più importanti città italiane, ma anche in Europa e nel Nord Africa». I clienti di AeroNike, oggi, sono «le pubbliche amministrazioni, le grosse società di ingegneria o le aziende che fanno database di immagini aeree che poi rivendono in tutto il mondo», spiega Riccardo Faticoni. È grazie alla commessa americana che i livelli occupazionali sono cresciuti.

«La fine del lavoro per gli americani ha prodotto una flessione, e questo ci ha imposto una riorganizzazione aziendale», prosegue Faticoni. «Ci siamo ridisegnati, stiamo investendo in know how, stiamo lavorando alla costruzione di modelli tridimensionali degli ambiti urbani – aggiunge – ma il nostro prodotto si rivolge alle pubbliche amministrazioni, perciò questo ci richiede più pazienza e tempi che si allungano». Oggi, oltre ai piloti e ai manutentori muniti di certificazioni europee, i dipendenti di AeroNike sono «soprattutto ingegneri, architetti e altre figure che hanno a che fare con il paesaggio, la pianificazione e lo sviluppo dei territori».

Oggi la scommessa di AeroNike si chiama anche Distretto aerospaziale della Sardegna. «Siamo entrati nel distretto nella fase in cui cominciava a muovere i primi passi concreti e abbiamo accettato la grande sfida dell’aeroporto di Fenosu, a Oristano», è la versione dell’amministratore delegato della società cagliaritana. «L’aerospazio è un settore in crescita in tutta Europa, credo che stabilire delle partnership nell’isola con società che operano nello stesso ambito, ma che fanno cose diverse e per certi versi complementari, rappresenti per tutti un punto di forza –riflette – abbiamo aderito con la convinzione che creare una sinergia possa servire per esercitare una maggiore forza di pressione verso la politica e fare emergere ciò di cui il mondo dell’aerospazio ha bisogno per esprimere le proprie potenzialità».

In quest’ottica, lo sviluppo di Fenosu è fondamentale. «È una infrastruttura cruciale, che deve essere dedicata all’aviazione, alla formazione in combinazione con istituti aeronautici della Sardegna, i cui allievi oggi sono costretti a completare altrove la preparazione», è l’auspicio di AeroNike, «ma Fenosu è un polo che può attrare anche le scuole di formazione, le scuole di pilotaggio, le scuole manutentori – aggiunge – sono figure molto richieste dal mercato internazionale». Dal canto suo, Aeronike punta a «riportare i nostri aerei in Sardegna, li abbiamo dovuti portare a Bologna, dove è gestita la manutenzione principale, abbiamo deciso di salvaguardare i posti di lavoro dei nostri manutentori, che sono sardi e sono ultra-specializzati, ma continuare a fare manutenzione a Bologna è costoso». È anche da questi aspetti che «la politica deve continuare a dare segnali di interesse e di supporto – conclude Faticoni – ma noi siamo fiduciosi».

 

La Regione Sardegna supporta il settore dell’aerospazio, attraverso le risorse a valere sul Por Fesr 2014-2020: finanziamenti  per lo sviluppo dell’infrastruttura aerospaziale e bandi di incentivo per progetti di ricerca della filiera aerospaziale.

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Startup e imprese innovative
06/04/2018