Acque depurate, si cambia. Obiettivo: risparmiare acqua e supportare il comparto agricolo

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La delibera 12/2 che la giunta regionale ha approvato il 6 marzo 2018 modifica la direttiva regionale per il riutilizzo delle acque reflue depurate, così da eliminare alcune restrizioni e garantire un maggiore utilizzo della risorsa idrica. Decade l’obbligo di miscelazione con acque grezze ai fini irrigui previsto dalla precedente direttiva per il riutilizzo delle acque recuperate, contenuta nella delibera di giunta 75/15 del 30 dicembre 2008.

Il comparto agricolo potrà utilizzare direttamente le acque depurate per l’irrigazione, anche per i prodotti da consumare a crudo, senza più necessità di miscelare le acque recuperate con acqua grezza. Poiché la miscelazione obbligatoria era precedentemente prevista in rapporto 1:1, la nuova norma può potenzialmente portare un risparmio idrico anche del 50% di acque grezze sui volumi irrigati con acque recuperate.

La nuova norma si muove nella direzione di un maggior risparmio idrico e tutela una risorsa naturale spesso scarsa a seguito dei fenomeni di siccità. Si snellisce anche la procedura per l’avvio del riutilizzo delle acque reflue: dove prima erano richiesti tre campioni consecutivi a norma per l’avvio dell’impianto, adesso è sufficiente un solo controllo, eseguito dall’Arpas o, su disposizione della Provincia, dal titolare dell’impianto.

Gli standard qualitativi e tutela della salute restano altissimi: in caso di superamento anche di un solo parametro, sono richiesti i tre campioni consecutivi a norma, come in precedenza. I limiti di concentrazione per i parametri chimico-fisici e microbiologici previsti per il riutilizzo sono molto severi e resta comunque il divieto di riutilizzo di acque provenienti da lavorazioni che coinvolgono sostanze pericolose, anche quando le concentrazioni siano inferiori ai limiti di legge.

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Ambiente e salute
26/10/2018